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Indelfab, cassa integrazione agli sgoccioli:
«Salvare il patrimonio industriale della città»

FABRIANO - La Fiom sollecita lo stanziamento di contributi per chi si farà carico di reindustrializzare i siti dell’azienda in fallimento e di garantire l’occupazione dei lavoratori tra due mesi senza più il sostegno degli ammortizzatori sociali

Sindacati e lavoratori della Indelfab (ex Jp Industries) di Fabriano durante una delle ultime assemblee sindacali (foto d’archivio)

 

Il conto alla rovescia è già iniziato e rischiano di finire nel limbo dei senza lavoro i dipendenti della Indelfab di Fabriano (ex Jp Industries ed ex A.Merloni). «Esattamente tra due mesi saranno definitivamente esauriti gli ammortizzatori sociali per le lavoratrici ed i lavoratori della Indelfab in fallimento – ricorda Pierpaolo Pullini, della segreteria Fiom Cgil di Ancona – e si rischia di scrivere la parola fine ad un pezzo di industria che per decenni ha costituito un patrimonio del fabrianese e di tutta la provincia. In questi giorni stanno arrivando le lettere di licenziamento al personale con cui si comunica la cessazione definitiva del rapporto di lavoro. In questi anni abbiamo sentito, a tutti i livelli istituzionali, definire la Indelfab come azienda di grande strategicità per il territorio ma azioni concrete per un vero rilancio del lavoro non sono state possibili da mettere in campo».

Pierpaolo Pullini

A queste condizioni a pagare saranno esclusivamente le 245 persone dello stabilimento di Santa Maria di Fabriano che perderanno il posto di lavoro ed il territorio che rischia di assistere, ancora una volta, all’avanzamento del processo di desertificazione industriale e di spopolamento. «La Fiom di Ancona – prosegue Pullini – ritiene con forza che si debba provare in tutti i modi ad evitare che ciò avvenga, anche individuando strumenti di incentivazione straordinari e contribuzione per chi si farà avanti per reindustrializzare i siti dell’ex Antonio Merloni, garantendo la continuità occupazionale ai dipendenti che in questi anni si sono fatti carico di rinunce e sacrifici, sempre nella speranza che un vero progetto industriale potesse prendere vita e con esso il sogno di un lavoro dignitoso. Su questo chiediamo uno sforzo straordinario alle Isituzioni, la convocazione urgente di un tavolo di confronto, anche per stimolare il mondo imprenditoriale, in nome e per conto delle persone che rappresentiamo, pronte come sempre a fare la loro parte».

 

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