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Amazon, Mauro Barchiesi:
«La vicenda deve far riflettere
sul rapporto con gli investitori»

ANCONA – Il presidente Confapi Industria Ancona suggerisce di riprogettare «la politica industriale delle Marche guardando a un modello di sviluppo attrattivo anche (ma non solo) per coloro che vorranno venire a investire in questa regione»

Mauro Barchiesi

 

 

«La vicenda del mancato accordo per la realizzazione del polo logistico di Amazon all’Inteporto delle Marche di Jesi sia l’occasione per riflettere non solo sulla politica industriale ma anche sulle modalità di rapporto con gli investitori». A dirlo è Mauro Barchiesi, presidente di Confapi Industria Ancona che rappresenta circa 500 imprenditori associati sul territorio regionale. «C’è il rischio che in questa questione (speriamo non ancora conclusa) si guardi il dito e non la luna – ha aggiunto – Uno dei nodi sembra sia stato quello del farraginoso iter burocratico che ha scoraggiato l’investitore ma, come imprenditori, siamo sempre più orientati a guardare la prospettiva piuttosto che la contingenza». Secondo Barchiesi le Marche che hanno rappresentato un modello industriale, devono poter essere attrattive «e su questo va dato atto al governo regionale che ha cominciato a lavorarci ma c’è tanto ancora da fare».

Confapi Industria Ancona è convinta – come spiega in una nota – che investire in questo territorio debba essere una strada a due sensi, che incroci gli interessi del territorio con quelli di chi è disposto a portare capitali.«Negli anni abbiamo visto molti esempi di investitori accolti con tutti gli onori che poi non hanno dato continuità al progetto industriale previsto lasciando situazioni complicate. Il distretto della meccanica e del bianco e il relativo indotto ne subiscono ancora le conseguenze maggiori con vertenze tuttora aperte» puntualizza Barchiesi.

Per l’associazione di imprenditori micro, piccoli e medi delle Marche occorre incentivare il rapporto di filiera tra tutti gli attori pubblici e privati, lavorando congiuntamente ad un progetto di valorizzazione anche del patrimonio infrastrutturale esistente, l’interporto nel caso specifico, ma anche il porto, l’aeroporto, la Quadrilatero, la Fano-Grosseto e il raddoppio della Orte-Falconara, e lavorare congiuntamente per il completamento e miglioramento della filiera logistica in maniera coerente con lo sviluppo del territorio.« E’ triste perdere una partita come quella di Amazon prima di averla potuta davvero giocare – conclude – ma, se così deve essere, sia l’occasione per ripensare e progettare la politica industriale delle Marche guardando ad un modello di sviluppo attrattivo anche (ma non solo) per gli investitori che vorranno venire in questa regione».

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