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Processo bis strage Lanterna Azzurra
Proprietari, gestori e security:
pene per 31 anni di reclusione

IN AULA - Sette abbreviati e due patteggiamenti nel filone per gli aspetti amministrativi e di sicurezza del procedimento nato dalla tragedia avvenuta la notte dell'8 dicembre 2018, quando persero la vita sei persone e ne rimasero ferite circa 200. La condanna più alta - cinque anni - a Marco Cecchini, dj del locale e reputato dalla procura l'organizzatore della serata che avrebbe dovuto portare a Corinaldo Sfera Ebbasta

L’ingresso della Lanterna Azzurra durante la fiaccolata del 14 dicembre 2018

 

di Federica Serfilippi

Pene complessive per 31 anni e 6 mesi di reclusione. E’ terminato con sette condanne in abbreviato e due patteggiamenti il procedimento bis della strage di Corinaldo, quello incentrato sugli aspetti amministrativi e di sicurezza della Lanterna Azzurra, teatro della tragedia consumatasi la notte dell’8 dicembre del 2018. Persero la vita sei persone: cinque minori e una mamma di 39 anni. La sentenza dei riti alternativi è stata emessa questo pomeriggio dal gup Francesca De Palma dopo le repliche delle parti. La condanna più gravosa è stata inflitta a Marco Cecchini, dj del locale e considerato dalla procura l’organizzatore di fatto dell’evento che avrebbe dovuto portare a Corinaldo il trapper Sfera Ebbasta. E’ stata decisa una pena di 5 anni di reclusione (e un mese di arresto) per omicidio colposo plurimo (l’imputazione prende anche in considerazione le lesioni subite da circa 200 persone) e disastro colposo.

La rampa esterna del locale, uscita numero 3

Gli stessi reati hanno portato alla condanna degli altri imputati. A Carlantonio Capone, uno dei soci della Magic, società che gestiva il locale, è stata inflitta una pena di 4 anni e 2 mesi di reclusione; Marco e Alberto Micci, due dei quattro proprietari dell’immobile, sono stati condannati ciascuno a 4 anni di reclusione. Gli altri proprietari, Mara Paialunga e Letizia Micci a tre anni. Tre anni e 8 mesi a Gianni Ermellini, individuato dalla procura come il responsabile della sicurezza per la serata dell’8 dicembre 2018. Cecchini è stato assolto da una contestazione di falso per non aver commesso il fatto. Capone assolto da una contravvenzione: la procura gli contestava di aver aperto il locale con una licenza ottenuta in modo illegittimo. Hanno definito il patteggiamento Francesco Bartozzi, amministratore unico della Magic, e Alessandro Righetti, responsabile della security dell’uscita numero 3, dove – stando alle risultanze delle procura – si accalcò la maggior parte degli avventori e dove crollarono le balaustre esterne. Il primo (a cui la procura oltre al disastro e all’omicidio colposo contestava un falso ideologico) ha patteggiato 2 anni e 8 mesi, il secondo 2 anni.

Il pm Paolo Gubinelli

Le motivazioni della sentenza si potranno leggere tra 90 giorni. I risarcimenti alle vittime verranno decisi in sede civile. La procura ha sempre contestato l’inidoneità della discoteca, da un punto di vista strutturale e da quello relativo alla sicurezza. All’epoca della tragedia, stando alle risultanze accusatorie, era classificato come un “magazzino agricolo”. «Il locale era una bomba pronta ad esplodere» ha detto oggi nelle repliche il pm Paolo Gubinelli. A inizio giugno, sempre sul versante del filone amministrativo, inizierà il processo per i nove imputati che hanno deciso di procedere con il rito ordinario. A dibattimento andranno i sei componenti della Commissione di Vigilanza dei Comuni Misa-Nevola che avevano rilasciato la licenza di pubblico spettacolo alla Lanterna, per non avendone – dice la procura – i requisiti; due consulenti tecnici (hanno una posizione marginale) e un altro socio della Magic. Due settimane fa, si è chiuso invece il giudizio di secondo grado per i sei della banda dello spray. I giudici hanno riconosciuto il reato di associazione a delinquere (in primo grado era arrivata l’assoluzione) e le pene sono state aumentate per ciascuno degli imputati, tutti attualmente in carcere.

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