«L’insediamento di Amazon a Jesi, su cui giungevano da parte di Regione Marche rassicurazioni e pacche sulle spalle, è oggi ancora a rischio a causa della mancanza di coordinamento e di una cabina di regia tra Regione Marche Interporto e Comune di Jesi . E’ bastata una questione burocratica marginale e facilmente superabile quale la cessione dei diritti edificatori per mettere in crisi un’enorme opportunità di sviluppo per il territorio, capace di dare occupazione a migliaia di lavoratori. Chi governa dovrebbe fare ogni sforzo per trovare soluzioni ai problemi, invece di dedicarsi a uno stucchevole quanto sterile scaricabarile per evitare le evidenti responsabilità per i ritardi e l’inconcludenza». Interviene nel dibattito fiorito attorno allo stallo delle trattative per l’insediamento alla Copettella del mega polo logistico anche Jacopo Francesco Falà, segretario Pd Federazione Provinciale Ancona, ieri, tra l’altro, tirato dentro le polemiche dalla lista civica Jesiamo in corsa per le Comunali di Jesi.
«Secondo Fratelli d’Italia, la responsabilità è in capo alla Giunta regionale precedente, colpevole di aver nominato il presidente di Interporto. Secondo altri, a mettere a repentaglio l’insediamento sarebbe addirittura un semplice comunicato stampa del segretario della Federazione di Ascoli Piceno.- prosegue Falà nella sua nota – In un momento così delicato, è da irresponsabili dedicarsi a queste speculazioni risibili. Il Partito Democratico ha indicato una strada di condivisione in nome del superiore interesse della comunità, chiedendo la convocazione della Seconda e della Terza Commissione Consiliare Regionale coinvolgendo tutti gli attori di questa vicenda. Solo attraverso una cabina di regia congiunta, capace di mettere insieme le intelligenze e le volontà, è possibile rimuovere tutti gli ostacoli che ancora ad oggi impediscono l’arrivo di Amazon in Vallesina. Il nostro invito, che rivolgiamo a tutte le forze politiche e sociali, è il seguente: si eviti ogni tentativo di capitalizzazione in chiave elettorale, si rinunci a ogni strumentalizzazione per sedersi attorno a un tavolo e fare squadra. Ce lo impone il rispetto per una possibile speranza di rilancio economico e occupazionale di un’area già interessata da tante, troppe crisi aziendali» conclude il segretario Pd Federazione Provinciale Ancona.
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