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Contagi Covid nelle case di riposo
e blocco degli accessi:
«Va convocato il Comitato dei sindaci»

LETTERA del 'Gruppo di Solidarietà' ai vertici dell’Ats 9 di Jesi per sollecitare una soluzione ed evitare che diventi normalità la periodica chiusura delle strutture protette. «Per molte persone ricoverate ogni volta si aggiunge un nuovo trauma. E' un problema di tutta la comunità»

 

Il ‘Gruppo di Solidarietà’,  associazione di volontariato con sede a Moie di Maiolati Spontini, ha scritto una lettera ai sindaci e ai vertici dell’Ats 9 di Jesi con richiesta di convocazione del Comitato dei sindaci. L’obiettivo è quello di  portare all’attenzione la situazione dell’assistenza residenziale sul territorio della Vallesina anche alla luce della recente recrudescenza dei contagi da Covid 19 nelle residenze per anziani, fortunatamente nella maggior parte dei casi con sintomi lievi. Una situazione che ha determinato di nuovo la chiusura delle strutture a visitatori e familiari con la conseguente interruzione delle relazioni con le persone ricoverate e che, a distanza di due anni dalla prima ondata, rischia di riproporsi periodicamente con effetti molto pesanti su persone già fortemente provate.

«Nella lettera motiviamo la richiesta con la necessità di evitare che diventi una normalità la periodica chiusura delle strutture così come la residualità degli accessi (per poco tempo, a distanza di molti giorni, in condizioni di poca privacy, ecc.), nella consapevolezza che a ogni blocco degli accessi, per molte persone, si aggiunge un nuovo trauma. – si legge in una nota dell’associazione di volontariato – Occorre inoltre scongiurare un altro esito: che questo problema riguardi esclusivamente le strutture, le persone ricoverate ed i loro familiari e non sia invece sentito come un problema di tutta la comunità. Il rischio è quello di condannare all’invisibilità tante persone che hanno dato e continuano a dare molto alle nostre comunità. Sono circa 850 i soli anziani ricoverati nelle diverse tipologie di residenze presenti nel nostro territorio (Ats). Sono presenti in 14 Comuni (circa il 65%) su 21. In alcuni casi anche con la presenza di più strutture nello stesso Comune. I familiari coinvolti sono qualche migliaio. Se tutto quanto sopra rappresenta valore, se riteniamo importante dare voce alle condizioni di vita di queste persone chiediamo, su questo tema, la convocazione della Comitato dei sindaci» conclude il ‘Gruppo di Solidarietà’.

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