di Gianluca Ginella (foto di Fabio Falcioni)
Ha chiesto di conoscere le condizioni della figlia e di poter parlare col marito e la sorella la donna indiana di 40 anni accusata del tentato omicidio della figlia di tre anni. Oggi si è svolta la convalida del fermo davanti al giudice Claudio Bonifazi del tribunale di Macerata.
Il fermo non è stato convalidato in quanto il giudice ritiene non vi sia pericolo di fuga (su questo aveva fatto eccezione la difesa questa mattina in udienza). Il giudice ha comunque applicato la custodia cautelare per la donna, che per ora resta in ospedale, date le sue condizioni di salute ma che in seguito, una volta che si avrà parere positivo dei medici alle dimissioni, andrà in carcere. Nel corso dell’udienza la donna, assistita dagli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
La donna è accusata di avere, lo scorso 1 maggio, ferito la figlia di 3 anni con una coltellata al collo e poi di avere buttato la bambina dalla finestra del terzo piano del palazzo dove vivono, in via Dante Alighieri, a Macerata.
«Lo stato di salute della signora appare incompatibile con una misura custodiale – dice l’avvocato Romagnoli – e la relazione del servizio psichiatrico dell’ospedale dice che ha uno stato depressivo molto forte. Per ora starà in ospedale e in caso di dimissioni andrà in carcere. Ha chiesto della figlia, per sapere come sta. Non si è sottoposta a interrogatorio perché non è in condizione. Non era lucida ma sotto effetto di psicofarmaci». Sulle condizioni della donna, Romagnoli aggiunge: «È costernata ai limiti del “non so cosa è successo, non mi spiego”. Dalle testimonianze tutto fa pensare che abbia avuto un black out. Non c’erano state avvisaglie».
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