Lavoro, occupazione, prospettive economiche: sono gli aspetti affrontati ieri sera alla Casa del Popolo dal candidato sindaco della coalizione di centro sinistra, Lorenzo Fiordelmondo, insieme alla deputata Alessia Morani. L’occasione per parlare anche del possibile insediamento di Amazon all’Interporto: «E’ fondamentale che le istituzioni agiscano in una filiera istituzionale, in modo chiaro ed affidabile» le parole di Fiordelmondo.
«La gestione della vicenda Amazon necessita che venga espressa ogni azione utile al pieno interesse della città – ha detto Morani, come si legge in una nota ufficiale – Ho contatti diretti con la multinazionale: mi hanno detto che l’investimento può essere recuperato solo in presenza di interlocutori seri e affidabili. Alla luce di questi contatti, mi sono resa disponibile con le istituzioni coinvolte per tornare a sederci attorno a un tavolo, ma nessuno ha raccolto il mio invito». Una vicenda questa del colosso dell’ e-commerce «che si è complicata forse per via di una conflittualità tra istituzioni a vari livelli – prosegue Fiordelmondo – La “Delibera di San Floriano” approvata dalla Giunta jesina sulla pratica non dà certezze ed è necessario che ogni leva politica, ad ogni livello, sia azionata visto che al momento l’insediamento resta in bilico». Per questo motivo il candidato sindaco e la deputata hanno pubblicamente invitato Massimo Stronati, presidente di Interporto, ad un incontro volto a chiarire quali difficoltà hanno pregiudicato, ad oggi, l’insediamento e quali prospettive vi sono, ribadendo la disponibilità per fare in modo che anche grazie alle relazioni consolidate dell’on. Morani con Amazon, possano riallacciarsi i rapporti tra le parti.
Morani e Fiordelmondo nella mattinata di ieri hanno partecipato ai festeggiamenti dei lavoratori ex Caterpillar davanti allo stabilimento. «La lotta sindacale e le forze, che a vari livelli istituzionali l’hanno accompagnata, hanno permesso il mantenimento dei livelli occupazionali e salariali – hanno detto Fiordelmondo – Sul territorio resta una fabbrica storica per Jesi». «Se la vertenza fosse rimasta nei confini regionali non ce l’avremmo fatta: avrebbero abbassato la serranda senza colpo ferire» ha concluso la deputata del Pd.
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