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Che fine farà l’Hub Amazon di Jesi?
Pd: «Sarà realizzato a Valencia»
Ciccioli: «Interesse per l’Interporto immutato»

CASO - Questa mattina l'audizione del presidente Stronati che secondo i dem avrebbe «portato alla luce una verità più pesante di un macigno». Diversa l'interpretazione del capogruppo FdI: «Solo chi non ha competenza può pensare che l’investimento in Spagna sia il sostituto di un investimento nel Centro Europa». Il sindaco di Jesi Bacci: «Stupisce la strumentalizzazione politica di chi non sa, non conosce e addirittura sembra gioire per l’eventuale danno che ricadrebbe sull’occupazione e sul nostro territorio»

Il capogruppo dem in Regione Mangialardi

 

Quale futuro per l’Hub Amazon che dovrebbe sorgere a Jesi? Il polverone si è scatenato in seguito all’audizione di stamattina di Massimo Stronati, presidente dell’Interporto. «L’audizione – ha fatto sapere poco dopo il gruppo regionale del Pd – ha portato alla luce una verità pesante come un macigno: Amazon, a causa della debolezza della filiera istituzionale, ha infine preferito effettuare l’investimento relativo all’hub di riferimento centroeuropeo, previsto sul territorio di Jesi (Ancona), in Spagna, a Valencia». Immediata la smentita di Carlo Ciccioli, capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale: «Il presidente di Interporto Stronati non ha affatto affermato che il progetto di hub europeo di Amazon a Jesi sarà trasferito a Valencia. In realtà, in Spagna sarà implementato il progetto che si sarebbe dovuto realizzare in Francia, a Rouen, nell’hinterland di Parigi. Solo chi non ha competenza può pensare che l’investimento in Spagna sia il sostituto di un investimento nel Centro Europa».

L’audizione di Stronati è avvenuta ad una riunione congiunta delle Commissioni regionali Sviluppo economico (presidente Andrea Putzu) e Governo del territorio (presidente Andrea Antonini). Ospitata nell’Aula consiliare di Palazzo Leopardi ha registrato la partecipazione dei consigli d’amministrazione di Interporto Marche Spa, della Svem (con il Presidente Andrea Santori e i consiglieri Monica Mancini Cilla e Tablino Campanelli) e dell’assessore regionale al Bilancio, Guido Castelli.  Le parole di Stronati, evidentemente hanno dato vita ad interpretazioni differenti tanto che da una parte c’è la lettura del Pd e dall’altra quella quasi contraria di Fdi.

Carlo Ciccioli, capogruppo Fdi in Regione

«Sono emersi gli errori, – attaccano i dem – l’assenza di una cabina di regia, la confusione e il rimpallo di responsabilità tra Regione Marche, Comune di Jesi, Interporto che hanno fatto perdere il tentativo prioritario di portare Amazon in Vallesina, quello dimensionalmente più cospicuo».
In questo senso, proseguono «la famosa ‘delibera di San Floriano’ non ha prodotto alcun effetto concreto e pratico: rimangono le gravi responsabilità, tutte in capo a chi ha gestito la vicenda finora, che hanno portato al nefasto risultato della perdita dell’investimento nelle forme previste in quella prima ipotesi. «Tuttavia, non tutto è perduto: – ricorda il Gruppo Pd – sono ancora in corso interlocuzioni con il general contractor Scannell per recuperare un eventuale investimento più ridotto nel prossimo futuro. Non più hub centroeuropeo, non più uno stabilimento dalle elevatissime potenzialità occupazionali, ma pur sempre un qualcosa di significativo per il territorio».

Il sindaco Massimo Bacci

«Nelle Marche – risponde Ciccioli – l’interesse per dar vita a un hub logistico di Amazon fra i più importanti in Europa continua a esserci. La parola chiave è proprio: “Logistico”. Le Marche sono dal punto di vista logistico la meta ideale per tutto il traffico merci che attraversa il canale di Suez e punta al Centro Europa: le navi diminuiscono i giorni di navigazione e le merci i giorni di trasporto ferroviario su ferro o su gomma. Questione di riduzione dei costi a cui Amazon è molto attenta. Come sempre dal Pd, e fa specie visto che i loro esponenti fossero presenti questa mattina durante la riunione congiunta delle II e III Commissione Permanente, vige sempre la strumentalizzazione e le interpretazioni forvianti. Si è dato in pasto ai mezzi di informazione, una nota stampa intrisa di allarmismo e di parziali verità, se non proprio menzogne. Ho contatti quasi giornalieri con i vertici operativi delle varie società: Amazon non è contenta per il ritardo di certo non imputabile alla Regione Marche, ma ad altri soggetti ben identificabili. Abbiamo però, ricevuto, anche personalmente, rassicurazioni sull’immutato interesse per il polo logistico da ubicare nell’interporto di Jesi. La realtà è che sull’Interporto si incrociano una serie di interessi confliggenti e storie societarie non sufficientemente solide e capitalizzate che intralciano il buon esito dell’investimento».

Sul caso è intervenuto anche il sindaco di Jesi, Massimo Bacci: «Le parole del presidente di Inteporto Marche non cambiano di una virgola quanto raccontato fino ad oggi e stupisce la strumentalizzazione politica di chi non sa, non conosce e addirittura sembra gioire per l’eventuale danno che ricadrebbe sull’occupazione e sul nostro territorio.
In realtà, Stronati ha semplicemente ricordato quello che tutti già sapevano e di cui era stato scritto a lungo, e cioè che il 31 gennaio 2022 era scaduto il contratto che legava Scannell ad Amazon per la realizzazione dell’hub di Jesi e che la stessa Amazon riteneva comunque il sito di Jesi di primario interesse, ma ad una sola condizione: che fosse stata approvata la variante urbanistica entro fine giugno. Condizione che il Comune ha puntualmente concretizzato il 4 maggio grazie al fatto che, in appena 3 giorni, il nuovo consiglio di amministrazione di Interporto era riuscito a decidere ciò che il precedente, nominato dall’esecutivo regionale a guida Pd, non era stato capace di completare in un anno e mezzo.
Che poi Amazon decida di investire anche in Spagna con un hub delle stesse dimensioni di Jesi, non toglie e non mette nulla rispetto a quanto potrà realizzare nel nostro territorio e rispetto al quale, come già ampiamente detto, si pronuncerà a luglio».

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