Strage alla discoteca Lanterna Azzurra, rito abbreviato condizionato a sentire due testimoni: è la richiesta del presunto ottavo componente della banda dello spray. Riccardo Marchi, 23 anni, finito sotto accusa davanti al gup del tribunale di Ancona, Francesca De Palma. Il legale del 23enne, l’avvocato Cristiano Prestinenzi, ha chiesto di poter accedere al rito alternativo per il suo assistito. I due testimoni che la difesa chiede di sentire sono due giovani di 26 anni, che quella sera avrebbero accompagnato la banda dello spray a Corinaldo come autisti: uno è uno studente universitario che si offriva come guidatore occasionale tramite inserzioni su internet. Secondo il legale sono stati sentiti nel corso delle indagini, ma si tratta di due figure “ampiamente sottovalutate” e che “possono fornire elementi utili non solo per la posizione di Marchi ma anche per i fatti di Corinaldo in generale”. Il giudice si è riservata di decidere e ha rinviato l’udienza al 17 novembre prossimo. La difesa sostiene che Marchi non fosse a Corinaldo quella sera. Sempre secondo il legale, Marchi non avrebbe conosciuto i membri della banda dello spray, eccetto uno. Marchi secondo l’accusa avrebbe avuto un ruolo più defilato rispetto agli altri componenti della banda e il gip non dispose verso di lui nessuna misura cautelare. La strage di Corinaldo è avvenuta tra il 7 e l’8 dicembre del 2018. Nel locale venne spruzzata una sostanza urticante per rubare collanine d’oro e ci fu una fuga di massa. Sei le vittime: cinque minorenni e una mamma di 39 anni. Gli altri indagati per quei fatti sono stati condannati a pene tra i 10 e i 12 anni (questo per sei ragazzi, un settimo era morto in un incidente stradale prima del processo).
(al. big.)
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