Il finocchio marino (C. maritimum L) è ben adattato ai cambiamenti climatici e alle condizioni mediterranee, come la carenza idrica e l’elevata salinità. Parte da questo presupposto lo studio internazionale che vede coinvolte Italia, Francia, Croazia, Turchia e Tunisia per lo sviluppo di nuovi sistemi sostenibili di coltivazione in biologico del finocchio marino, in linea con i principi dell’agroecologia. L’obiettivo finale – sottolinea una nota dell’Univpm che ha partecipato al progetto – è quello di migliorare la stabilità della produzione alimentare nel tempo e di aumentare i redditi degli agricoltori. Il progetto si chiama “Seafennel4med”, ha vinto il bando di ricerca internazionale Prima 2021 sulla tematica “Sistemi agricoli”, è coordinato dall’Italia con l’Università Politecnica delle Marche e vedrà al lavoro 8 Partner di 5 Paesi del Mediterraneo, Università Pubbliche e Istituti di Ricerca e un’azienda agricola che produce e trasforma finocchio marino (Rinci Srl).
Il rettore dell’Univpm, Gian Luca Gregori spiega che «anche in questo caso la ricerca trova nuove soluzioni per favorire processi innovativi e sostenibili, dialogando con il contesto socio-economico dei territori, valorizzando le risorse e le diverse professionalità del settore agricolo». Gli obiettivi specifici saranno innanzitutto la selezione di ecotipi di finocchio marino, ben adattati al clima mediterraneo; l’introduzione di sistemi di agricoltura sostenibile per la produzione di finocchio marino biologico nel Mediterraneo; lo sviluppo di nuovi e migliorati prodotti alimentari ad alto valore a base di finocchio marino; la valorizzazione dei sottoprodotti del finocchio marino per la produzione di ingredienti alimentari; la dimostrazione dei benefici socio-economici, degli impatti ambientali e della sostenibilità delle innovazioni proposte; la diffusione nel Mediterraneo di soluzioni e prodotti colturali sostenibili a base di finocchio marino.
Il progetto “Seafennel4Med – Innovative sustainable organic sea fennel (Crithmum maritimum L.) – based cropping systems to boost agrobiodiversity, profitability, circularity, and resilience to climate changes in Mediterranean small farms” ha preso il via con il kick off meeting tenutosi ad Ancona il 15 giugno scorso, presso l’Orto Botanico Selva di Gallignano dell’Università Politecnica delle Marche. Avrà una durata di 36 mesi con un finanziamento di 964.600 mila euro. Il progetto coordinato dall’Italia con l’Università Politecnica delle Marche annovera, fra i partecipanti, il Crea con il Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione per l’Italia, University of Split e Institute For Adriatic Crops and Karst Reclamation per la Croazia, Université De Bretagne Occidentale per la Francia, Institut National De Recherche En Génie Rural, Eaux Et Forĕts per la Tunisia e, infine, Ege University per la Turchia.
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