«Operato corretto e fiducia nella magistratura». L’Api interviene sull’indagine ‘Oro Nero’ portata avanti dal comando del Nucleo Operativo Ecologico dorico e coordinata dalla procura di Ancona dopo l’incidente avvenuto l’11 aprile del 2018, sul tetto del serbatoio Tk61 a Falconara. Gli indagati sono 18 e devono rispondere, tra le altre cose a vario titolo, anche di disastro ambientale e lesioni. Stamattina sono stati notificati gli avvisi di garanzia.
«Api Raffineria di Ancona – spiega la società – prende anzitutto atto del fatto che le indagini sono giunte al termine, dopo oltre 4 anni in cui ha fornito massima cooperazione agli inquirenti. In seconda battuta – prosegue – si precisare che, contrariamente a quanto sembra trasparire, ci troviamo di fronte alla sola chiusura delle indagini, e dunque a mere ipotesi avanzate da una parte (la procura) e non da un giudice terzo che dovrà vagliarle alla luce delle difese che saranno esposte dalla società».
In conclusione, l’Api Raffineria «tiene a ribadire ciò che ha sempre rappresentato, ossia la certezza del corretto operato delle sue persone e l’incondizionata fiducia nella magistratura giudicante, davanti alla quale è pienamente fiduciosa di presentare le prove e gli argomenti circa la totale infondatezza delle ipotesi accusatorie formulate dalla procura e diramate dal Noe».
Disastro ambientale e lesioni, chiusa l’inchiesta sulla Raffineria Api: 18 persone indagate
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