di Alberto Bignami
(foto di Giusy Marinelli)
“Potevamo stupirvi con effetti speciali, ma siamo scienza e non fantascienza”.
Un vecchio spot degli anni Ottanta recitava così.
Noi avremmo potuto dire: “Potevamo utilizzare le stesse foto del giugno 2021 (e degli anni precedenti), ma abbiamo voluto essere positivi e siamo tornati per farne di nuove”. Non è cambiato assolutamente nulla.
Le bellezze di Ancona, non tanto per il fatto che si è nel periodo in cui ci si aspetta il boom di croceristi, ma anche per gli stessi anconetani, sono buttate là come vecchi ruderi al punto che rimane pure difficile capire da dove iniziare a descrivere lo scempio.
Proviamoci, e partiamo da una delle zone più vicine allo scalo e cioè da piazza Dante, ai piedi del Palazzo degli Anziani, dove l’abside della vecchia chiesa di Santa Maria della Misericordia, trasformato precedentemente in una
sorta di colonia felina, oggi è coperta da reti con la scritta “Stiamo lavorando per noi”. In poche parole: un cantiere.
Saliamo diretti in piazza Stracca buttando un occhio alla Fonte del Filello dove sarebbe grazioso vedere un pannello raffigurante la fontana come è ora, e come invece era prima dei bombardamenti, riprendendo una delle tante foto pubblicate da Occhiodoro e scattate da Corsini. Un punto di riferimento, quel vascone, per le nostre bisnonne o trisnonne che lì andavano a prendere l’acqua e a lavare i panni.
Poi si sale verso la Chiesa del Gesù ed ecco che si osservano anche quelle due targhe, poste su una delle facciate del Palazzo degli Anziani. Però le si osservano e basta, perché impossibile è leggere o capire cosa vi è scritto e perché sono lì. Una ricorda Emilio Bianchi, l’altra la città di Ancona come benemerita del Risorgimento.
Sopra, l’orologio a 6 ore (alla romana) invece dell’attuale a 12 (alla francese, introdotto da Napoleone).
Salendo abbiamo visto anche le antiche munizioni del palazzo che il piccolo Michele (nome di fantasia e dall’accento romagnolo) indica al papà chiamandole giustamente «Palle di pietra» mentre la sorellina più piccola ipotizza sia «Pupù di dinosauro». Di sicuro, hanno ben concimato l’erba che vi è cresciuta sopra.
Dalle ‘palle di pietra ammucchiate’, arrivati appunto in piazza Stracca, notiamo in una traversa un cartello che avvisa delle Terme Romane. «Sì, ma dove sono?». Là, sotto a una tettoia, affogate da erbacce, forse sempre per colpa dei dinosauri.
Si prosegue ancora, senza una meta precisa, verso piazza del Senato e lungo la via ecco finalmente in lontananza un bel pannello dove sicuramente sarà riportata una legenda. Arriva però l’amara sorpresa: il testo che vi era scritto un tempo, è stato interamente ‘mangiato’ dal sole e tale continua a rimanere.
Si va avanti e si osserva l’anfiteatro con i suoi pannelli esplicativi, posti all’interno della cancellata. Intanto Michele spiega al papà che però «Superman, con la super vista, saprebbe leggerli»
Si sale rapidamente lungo lo scalone Nappi in parte ancora transennato.
Almeno, ci sono i bagni pubblici.
Una visita a San Ciriaco e poi di nuovo giù, verso il porto antico, dove giusto un botanico capirebbe cosa sta osservando.
Una speranza però si accende.
Ida Simonella, assessore al Porto e candidata alle primarie, proprio nei giorni scorsi ha annunciato che il maxi progetto del percorso archeologico, finanziato con i fondi europei, è stato approvato ed è pronto al via, probabilmente da settembre. Questo, vedrà lavori per il ripristino del sacello medievale, piazza Dante, palazzo degli Anziani, casa del Capitano e i resti del porto antico traianeo. Il tutto avverrà con lavori divisi in tre lotti.
L’augurio è che per l’anno prossimo si possa iniziare con un “Potevamo stupirvi con effetti speciali,” ma guardate come è bello così.
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