«Qualcuno mi sa definire il significato di “fino a Falconara”? Tra gli squilli di tromba che da Pesaro si odono per festeggiare l’annuncio del ministro Giovannini, valigia in mano sulla soglia, in uscita, del Ministero delle Infrastrutture, restano i dubbi per quello che ad oggi resta un arretramento ferroviario monco che rischia di spaccare in due le Marche. In attesa di vedere le carte sto a ciò che riportano i giornali». E’ scettico l’assessore di Falconara Clemente Rossi dopo il via libera del Mit al progetto di potenziamento della linea ferroviaria adriatica con il bypass di Pesaro-Fano. «Chiaro l’arretramento della linea ferroviaria fino a Fano, ci concentriamo su questa “ipotesi preliminare di allungamento fino a Falconara”. Tre punti interrogativi in una frase quando ne basterebbe già uno per ritenere poco attendibili le parole del Ministro. Intanto “ipotesi” sta a “ci pensiamo basta che non rompete ulteriormente le scatole”, come “preliminare” sta a quella che una volta, nel calcio, si chiamava melina, prendere tempo».
Rossi torna quindi alla domanda iniziale:«Che significa “fino a Falconara”? Compresa o esclusa? Come il tracciato interno si armonizzerà con il bypass in corso d’opera? – chiede – E Ancona? Mentre in Regione parlano di passi avanti rispetto all’ipotesi iniziale e, a ragione, intravedono un percorso ancora lungo da compiere io mi allaccio le scarpe per affrontarlo. Il nostro obiettivo rimane quello dell’arretramento ferroviario e guerra totale alle barriere fonoassorbenti (mai definitivamente accantonate) alte o basse che vogliano spacciarcele. Checché ne dica Ancona che con la sua attuale posizione ostile all’arretramento tiene ostaggio della strada ferrata, oltre alle sue spiagge di Palombina Nuova, Collemarino e Torrette, anche inevitabilmente noi e tutto il sud della regione».
Il futuro che l’assessore auspica per Falconara « ha una linea ferroviaria di alta velocità per passeggeri e merci (con l’Interporto di Jesi a supporto) all’interno e binari a raso, a basso impatto, senza barriere e senza palizzate al posto dell’attuale tracciato da dedicare al trasporto pubblico locale: una metro di superficie che collega le piccole stazioni sulla costa, la stazione marittima del Porto di Ancona alla più grande stazione adiacente all’Aeroporto delle Marche. – conclude – E, a proposito di aeroporto, speriamo di incontrare presto il nuovo manager che guiderà lo scalo sperando non sia venuto qui nelle Marche per liquidare. Il Sanzio ha grandissime potenzialità nel traffico merci e questo, unito ai discorsi di cui sopra, più Amazon (ce la facciamo?), è la chance di definitivo rilancio anche per quanto riguarda il traffico passeggeri. Vedremo. Vigileremo».
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