di Antonio Bomba
«Il presidente della Repubblica e quello del Consiglio ci hanno detto “oh, speriamo di rivederci gli anni prossimi”. Magari, significherebbe che abbiamo vinto ancora».
L’ironia è delle più alte cariche dello Stato. Le speranze e gli obiettivi futuri invece sono di Leandro Mosca, 22 anni, che da ieri sera è campione del mondo di pallavolo. 209 centimetri di pura osimanità, nonostante sia nato a Recanati, il quale ha un legame inscindibile con la sua città natale «lì ho ancora i miei amici e tante persone care. Passo poco per motivi sportivi, ma sempre con affetto e piacere».
Ieri sera a Katowice, in Polonia, Mosca all’inizio ha temuto di non farcela perché «avevamo perso il primo set ed eravamo andati sotto male al secondo. Ma per fortuna i miei compagni hanno saputo come recuperare la partita e non ce n’è stato più per nessuno» ma alla fine tutto è filato liscio ed è diventato campione del mondo «E chi ci avrebbe mai pensato quando ho iniziato a giocare di laurearmi campione del mondo? Poi, con l’andare della carriera qualche sogno in più lo avevo fatto. Ovviamente sono felicissimo perché possiamo soltanto guardare a quanto ottenuto e conquistato ed impegnarci per fare ancora meglio in futuro».
Ricorda anche gli inizi, avvenuti nella Libertas Osimo quando aveva già quindici anni dato che «ho dovuto smettere con il calcio perché già allora ero troppo alto. Il basket mi attirava meno della pallavolo e direi che ho fatto la scelta giusta». Ma Leandro non dimentica certo di chi gli ha permesso di essere giunto fin qui «Sono fuori casa da sette anni per inseguire un sogno. E se sono stato premiato al Quirinale e a Palazzo Chigi è anche merito di tutti gli allenatori che ho avuto e soprattutto dei miei compagni».
Infine, il pensiero più intenso e struggente: «Dedico la vittoria a mio padre Roberto che non mi hai mai potuto vedermi giocare». Roberto è Roberto Mosca, indimenticato imprenditore di Osimo purtroppo venuto a mancare quando il figlio aveva quattordici anni. Mercoledì mattina Leandro Mosca verrà ricevuto dal sindaco Simone Pugnaloni e premiato. E chissà che anche il primo cittadino osimano non parafrasi i suoi illustri superiori dicendo «Oh, speriamo di rivederci gli anni prossimi».
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