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‘Angeli del fango’ al lavoro
al rifugio ‘Cuori pelosi’
in soccorso di cani e mici

SENIGALLIA - Le guardie zoofile e i volontati Oipa Ancona hanno portato via gli animali dopo l'alluvione. «Tenere un rifugio in zona d’esondazione è follia. Da tempo si chiede al Comune una sede idonea»

 

Angeli del fango” al lavoro in condizioni drammatiche anche per gli animali. Sono le guardie zoofile e i volontari dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che da ieri mattina operano strenuamente per salvare le vittime a quattro zampe dell’alluvione che si è abbattuta nelle Marche. Il rifugio Cuori Pelosi di Senigallia, che sorge in zona d’esondazione nonostante le tante richieste al Comune di trovare una sede idonea, è stato evacuato ma due gatti hanno perso la vita. «È la seconda alluvione, dopo quella del 2014, che colpisce questa struttura», racconta Luana Bedetti, coordinatrice regionale delle guardie zoofile Oipa di Ancona e provincia. «Con i volontari dell’associazione Biagio’s Group e di altre piccole associazioni del territorio siamo abbiamo portato via tutti i cani, ospitati ora in un rifugio dell’associazione Melampo di Fano. Uno dei cani, Tobia, sì è ferito ad una zampa ed è stato operato d’urgenza. Gli animali disabili sono stati tempestivamente messi in salvo durante la notte. I gatti salvati sono stati subito dirottati nell’ambulatorio Bastianoni di Marotta, come sempre disponibile per le urgenze del nostro territorio, per poi esser suddivisi in stallo dai volontari».

La catena di solidarietà si è messa in moto anche per gli animali: il Gattile Anta di Ancona ha dato la sua disponibilità per accogliere gli animali che le guardie zoofile Oipa e i volontari di Biagio’s Group stanno continuando a ripescare dai detriti di questo disastro, e sono tante le persone di buon cuore che sono accorse per aiutare gli “angeli del fango” dei quattrozampe. «Speriamo che il Comune di Senigallia allestisca una nuova struttura in un luogo adatto, poiché avere una struttura di quel genere accanto al fiume è già follia, ma non aver trovato una soluzione in quasi 10 anni per poter mettere in sicurezza gli animali ed evitarne così la morte, come già successo nel 2014, è inaccettabile. C’è tanto da costruire e ricostruire per aiutare e chiediamo a tutti di darci una mano», osserva in una nota  Luana Bedetti dell’Oipa.

Volontari e guardie Oipa proseguono incessantemente nel lavoro di salvataggio e soccorso in condizioni estreme alla ricerca dei dispersi: «Ieri abbiamo recuperato un cane dal fiume e l’abbiamo fatto ricoverare, abbiamo messo in salvo anche altri due cani, sempre tirati su dal fiume, di cui uno con una grossa ferita sotto il collo per il quale abbiamo fatto intervenire l’Asur», conclude Luana Bedetti. «Diversi cani sono morti nei box, e, se legati, nei terreni e nei giardini. Non smetteremo mai di ricordare che quando ci sono le allerte meteo gli animali vanno spostati dalle zone di pericolo e messi in sicurezza. Anche i gatti lasciati liberi in queste occasioni tragiche possono cercare posti per nascondersi e rimanere lì chiusi o bloccati».



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