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Possibile riemergenza pandemica,
è questo il momento di prepararsi

L'INTERVENTO di Claudio Maria Maffei - Le Marche hanno pagato nel 2021 un prezzo alto alla pandemia come dimostrano i dati sulla mortalità. Di fronte ad una media nazionale del 9.8% tre province delle Marche, tra cui Macerata, hanno una percentuale di incremento più alta. Ora la Giunta è concentrata sul superamento dell'Asur ma non dimentichi il Covid

 

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Claudio Maria Maffei

 

 

 

di Claudio Maria Maffei*

Non sempre le emergenze si possono prevedere, ma prepararsi al meglio è sempre possibile e costituisce un dovere per le Istituzioni che se ne debbono occupare. Anche se nessuno ha voglia di tirare fuori di nuovo la pandemia e anche se per ora non sembra ci siano particolari pericoli al riguardo, sarebbe poco responsabile evitare di prepararsi ad un suo riemergere.

Purtroppo le Marche hanno pagato nel 2021 un prezzo alto alla pandemia come dimostrano i dati sulla mortalità in più che c’è stata in Italia lo scorso anno rispetto alla media degli anni prepandemia 2015-2019: più 9,8%. Questo aumento è stato dovuto soprattutto al Covid, ma anche all’impatto che la pandemia ha avuto sulle strutture sanitarie, in particolare quelle ospedaliere, con un aumento delle liste di attesa e una diminuzione significativa della attività chirurgica programmata. Nella Figura 1 si vedono i dati sull’aumento della mortalità nel 2021 in Italia per Provincia. Si vede come le province marchigiane abbiano tutte un colore tendente allo scuro che identifica quelle più colpite. Infatti, di fronte ad una media nazionale del 9.8% tre province delle Marche, tra cui Macerata, hanno una percentuale di incremento più alta: Macerata 12%, Ancona 15% e Fermo 11%.

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Figura 1 Mortalità in più in Provincia di Macerata e in Italia nel 2021 rispetto al periodo pre-pandemico 2015-2019 (Fonte: You Trend)

Ora bisognerebbe prepararsi sia a livello ospedaliero che territoriale ad una risposta adeguata ad una riemergenza pandemica, il che nel caso degli ospedali vuol dire metterli in grado non solo di ricoverare i pazienti infetti, ma anche di non sospendere o ridurre le attività programmate. Ma sappiano già che con questa rete ospedaliera regionale fatta di troppi ospedali spesso pieni di carenze non sarà possibile. Qui su Cronache Maceratesi è stata documentata anche di recente la difficoltà di mantenere in piena operatività i tre ospedali di Macerata, Civitanova e Camerino-San Severino con il rischio che anziché creare sinergie tra loro si scambino dirigenti e personale coprendo da una parte e scoprendo dall’altra (vedi il caso del primario di cardiologia passato da Camerino a Civitanova). Ma il problema non è solo locale dell’Area Vasta 3, ma degli ospedali di tutta la Regione spesso costretti a ricorrere a cooperative o a liberi-professionisti per la copertura di funzioni essenziali come quelle di Pronto Soccorso e di guardia anestesiologica o pediatrica. O si punta su meno ospedali meglio funzionanti o le Marche rischieranno sempre di più un abbassamento della qualità dei servizi sanitari ai cittadini e una risposta affannosa alle grandi emergenze.

In questo momento l’attenzione sulla sanità della Giunta è tutta concentrata sul superamento dell’Asur anziché sul Piano per rispondere a una possibile malaugurata riemergenza pandemica, che vuol dire anche un piano di riorganizzazione serio degli ospedali. Non credo che la scelta di ricordarsi dell’Asur e di dimenticarsi della pandemia abbia molto senso in una Regione che continua a essere agli ultimi posti come copertura vaccinale contro il Covid. E’ vero che si tratta di differenze di pochi punti percentuali, ma non è un bel segnale.

Alle emergenze bisogna prepararsi “prima” quando si è in tempo. E per la pandemia per fortuna il tempo c’è, ma non sappiamo quanto.

 

*Claudio Maria Maffei, medico e dirigente sanitario in pensione

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