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Acquaroli: «Sicurezza ambientale,
serve un piano straordinario nazionale»

ALLUVIONE - Il governatore delle Marche alla conferenza delle regioni: «E' giunto il momento di attrezzarci tutti ad affrontare eventi “fuori scala” e superare la frammentazione delle competenze»

curcio-acquaroli-regione-alluvioneDissesto idrogeologico, sono necessari un Piano straordinario nazionale per la sicurezza ambientale e la semplificazione del quadro normativo degli interventi di messa in sicurezza dei fiumi e del territorio che preveda le risorse per la realizzazione delle opere, e il potenziamento del personale. È la richiesta che oggi il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha condiviso con i governatori, inserita e discussa tra i punti all’ordine del giorno della seduta della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Dopo il ringraziamento per la solidarietà e la vicinanza di tutte le Regioni nei confronti delle Marche in seguito alla tragica alluvione del 15 settembre scorso, Acquaroli ha evidenziato la necessità a livello nazionale di fronteggiare con un un Piano straordinario nazionale eventi di questo tipo “segno inequivocabile e violentissimo di una nuova era climatica”, considerata l’enorme necessità di risorse per mettere in sicurezza l’intero territorio nazionale.

foto-alluvione-senigallia-andrea-petinari-4-325x217«La Protezione Civile Regionale – ha spiegato il presidente – ha pubblicato il rapporto che descrive un evento assolutamente straordinario per intensità e limitatezza nel tempo, un evento millenario, che ha riversato sulle nostre montagne e sul nostro entroterra in pochissime ore una quantità di acqua che di solito cade in sei mesi. Questo ha creato le condizioni devastanti sui corsi dei fiumi e a valle, che purtroppo abbiamo visto. Al netto della forza di questo evento, sono chiare le conseguenze che dobbiamo trarre. Ogni Regione con i propri bilanci e con i fondi europei può fare sforzi che permettono una manutenzione ordinaria e qualche intervento mirato, ma non un intervento strutturale. Ritengo sia giunto il momento di attrezzarci tutti ad affrontare eventi “fuori scala” e superare la frammentazione delle competenze. Credo che non ci sia altra via che quella di mettere in campo un Piano straordinario nazionale che punti, con risorse adeguate e una visione integrata e sinergica, sulla prevenzione dei rischi idrogeologici. Chiedo quindi a tutti di aderire a questa battaglia che non riguarda solo le Marche ma l’intera Nazione, per mettere in sicurezza i territori soprattutto quelli più vulnerabili. C’è poi l’aspetto normativo che va semplificato per velocizzare le procedure e gli interventi».



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