Insediamento del polo logistico Amazon alla Coppetella di Jesi: il progetto può andare avanti. Ieri il Tar Marche ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato nei mesi scorsi dal progettista dell’Interporto stesso, l’architetto Dario Garcia Tomellini, per impugnare quella che è passata alla storia come la ‘delibera di San Floriano’ vale a dire la variante al progetto preliminare per il sistema interportuale di Jesi. L’atto, propedeutico all’iter che permetterà l’arrivo del colosso dell’e-commerce, era stato approvato lo scorso 4 maggio dalla giunta comunale di Jesi, al tempo guidata dall’allora sindaco Massimo Bacci. Con l’impugnativa presentata ai giudici amministrativi il tecnico lamentava l’illegittimità del provvedimento «perché adottato dalla Giunta e non dal Consiglio comunale, non trattandosi di una variante “non sostanziale”, come invece indicato nell’atto medesimo» e tale da «stravolgere» il progetto «già vigente e a suo tempo approvato con delibera del Consiglio comunale nel marzo 2007». Progettazione che aveva firmato lui stesso.
Secondo il professionista inoltre la variante deliberata 4 mesi fa dall’esecutivo jesino sarebbe stata illegittima «perché proposta da un soggetto privato (l’intermediario scelto da Amazon n.d.r.), mentre, ai sensi della legge regionale n. 6 del 1994, l’unico soggetto autorizzato ad intervenire sull’area oggetto di delibera sarebbe la società Interporto Marche s.p.a. Peraltro, l’esproprio previsto per la realizzazione di un’opera di pubblico interesse sarebbe incompatibile con un intervento di un operatore privato». Nel suo ricorso l’architetto precisava anche che la sua legittimazione ad agire risiedeva «nel fatto di essere il progettista originario dell’area interportuale e dunque di avere un interesse al mantenimento del progetto così come inizialmente approvato».
Il collegio giudicante ha però rigettato l’istanza ritenendola inammissibile per carenza di interesse e difetto di legittimazione ad agire. Il presidente del Tar Marche Giuseppe Daniele ed i giudici Tommaso Capitanio e Simona De Mattia hanno, tra l’altro, chiarito che «l’esercizio del potere di variante da parte dell’ente locale non può arrestarsi di fronte alla pretesa tutela del diritto di autore del progettista dell’opera pubblica, sia perché, come dimostrato (dal Comune di Jesi e dall’Interporto chiamati in causa n.d.r.) detto potere di variante rispetto al progetto originario è stato già esercitato nel tempo e non è stato oggetto di alcuna contestazione».
La pronuncia dei giudici è arrivata proprio nel giorno in cui il presidente dell’Interporto Marche, Massimo Stronati, ha incontrato il governatore Francesco Acquaroli. Ieri Acquaroli ha elogiato il Cda che ha preso in mano «una situazione complessa. Sono certo che la società abbia fatto tutto quanto era possibile per sgombrare il campo dalle criticità. Quest’investimento rappresenta un volano per l’economia del territorio e per tutte le Marche». Secondo Stronati, come riporta l’Ansa «la presenza di Amazon all’Interporto delle Marche è una necessità assoluta e non più prorogabile per lo sviluppo del tessuto economico. Vogliamo attrarre investimenti in un territorio piegato dalla crisi e dalle calamità naturali e siamo pronti a fare la nostra parte, senza alcun tentennamento. Abbiamo grandi spazi e infrastrutture a disposizione delle attività produttive – ha sottolineato – e un ruolo strategico che ci vede al centro di un sistema logistico fatto dal porto di Ancona, Aeroporto delle Marche e sistema ferroviario».
Amazon, il rappresentante di Scannell incontra sindaco e Cda Interporto
Polo logistico Amazon, depositate tre osservazioni alla variante urbanistica
Hub Amazon all’Interporto, formalizzata richiesta di quantificazione degli oneri di urbanizzazione
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati