Di Antonio Bomba (Foto di Giusy Marinelli)
Ida Simonella. È lei la prima a presentarsi ufficialmente alla città in vista delle comunali del 2023.
Nel tardo pomeriggio, al ridotto delle Muse, l’attuale assessore al Bilancio ha illustrato il proprio programma intervistata da Alvin Crescini.
Porto, ambiente e sostenibilità sono stati i temi principali tra i tanti trattati. Tutto ciò senza dimenticare che la corsa di Simonella ha un ostacolo in più rispetto a quello degli altri partiti e coalizioni. Prima dovrà vedersela infatti con Carlo Maria Pesaresi alle primarie della coalizione Progetto Ancona, comprendente Partito Democratico, Azione, Italia Viva, Partito Socialista Italiano, Articolo Uno, Civica AnconaXAncona e Popolari per Ancona previste per il 27 novembre. Uno scoglio non di poco conto.
Tuttavia è stato proprio sul porto, di cui è assessore con delega, del suo sviluppo e del suo rapporto con il resto della città, che ha posto maggiormente l’accento Ida Simonella, senza risparmiare qualche frecciatina qua e là ai colleghi candidati sindaci: «Porto e città – ha spiegato subito – non sono per niente in contrapposizione. Ne sono convinta e per nulla al mondo mi rassegnerò a questo concetto. È uno sviluppo comune. Uno non può e non deve escludere l’altro». E ancora il porto è centrale per Ancona e gli anconetani perché «Dà lavoro a 6.500 persone ed i nostri cantieri sono un’eccellenza del made in Italy, sia per la qualità dei prodotti finali che per le maestranze che vi lavorano». E i troppi traghetti che secondo alcuni vi giungono? «Ancona è strumentale e centrale, occorre ricordarselo. Uniamo il sud est dell’Europa con il centro nord ovest. Otteniamo molti finanziamenti anche per questo. E poi abbiamo in progetto di spostarne una parte nella banchina dei silo». E il problema dell’impatto ambientale? «Per noi è un problema centrale ma non si risolve chiudendo il porto». E alle troppe emissioni risponde che «Siamo sotto la soglia di norma. Lo dice uno studio da noi commissionato dall’Arianet. Una delle più importanti società italiane ed europee del settore. Ma lavoreremo per raggiungere nuovi standard». E poi via alla proposta: «Occorre l’elettrificazione delle banchine. È anche un piano conforme al Pnrr. Perché il porto si trasforma per processi non con slogan». Un esempio? «I treni sono meglio dei tir per far giungere le merci al porto? I costi non sono per niente competitivi e quando si è trattato il tema dei binari nell’area portuale anche diversi partiti di opposizione hanno votato contro».
L’intervista era iniziata con Simonella a spiegare che: «Nel 1992 L’Istao ha indirizzato le mie esperienze lavorative, nel 2013 la Mancinelli mi ha scelto per fare politica. Ero titubante ma ho accettato. La politica ti riempie la vita. Sei inondato di cose da fare ma ti metti al servizio dei cittadini».
E poi: «Le cose si possono fare, si può trasformare la città. Occorre essere bravi, competenti e coraggiosi».
E all’accusa di essere soltanto il braccio armato di Valeria Mancinelli adesso che dopo due mandati non potrà ricandidarsi a sindaco risponde che: «Una cosa è certa. Io non sono figlia di “quella cosa lì”. Non applicherò il manuale Cencelli per distribuire cariche e poltrone. Gli assessori risponderanno al sindaco non ai partiti. La politica non è quello strumento lì. Sarà così anche con me. In questo senso sì, vi sarà una vera continuità con quanto fatto da Valeria. Occorrerà – va avanti a spiegare – che se un assessore non raggiunge gli obiettivi concreti prefissati se ne vada via». E ancora via a dire quanto appreso in questi nove anni da assessore: «Occorrerà fare squadra e lavorare bene. Il metodo è questo: competenza, capacità, coraggio». E all’accusa che il sindaco attuale sia troppo decisionista risponde che: «Vi assicuro che non è così. Si lavora di squadra e come detto proseguirò anche io su questa strada».
Un esempio concreto Simonella lo fa ricordando nel primo mandato da assessore il Piano Strategico cittadino che definisce «La forma di partecipazione più ampia e strutturata mai vista in questa città. Mesi e mesi ad ascoltare ed interagire con cittadini e associazioni varie per poi prendere le decisioni solo alla fine. Perché – chiude su questo tema – la partecipazione non deve essere un alibi per non fare».
E ancora le difficoltà incontrate ad inizio avventura, con il Comune a rischio crac economico «Siamo partiti senza un soldo. Tra debiti e altro il comune doveva 175 milioni circa. Rischiavamo davvero il default. Ma non ci siamo persi d’animo e tra soldi giunti e che arriveranno abbiamo trovato 150 milioni. 60 milioni solo con progetti e bandi vinti, 35 milioni dal Pnrr. E altri ancora ne arriveranno. Abbiamo sistemato e stiamo sistemando strade, scuole, asfalti. Abbiamo messo 30 milioni nello sport e completeremo la nuova stazione del Verrocchio».
L’attuale assessore con delega alle attività produttive ha anche spiegato quanto sia difficile superare le criticità. «La città è piena di cantieri? Prima uno è contento perché vede dei lavori. Poi però i cantieri creano disagi e la gente protesta. Veniamo da un periodo davvero molto difficile, il Covid ha cambiato tutto. Abbiamo avuto molti ritardi perché le ditte appaltatrici non trovavano mezzi, personale, materiali. Quest’ultimi -entra nello specifico- sono giunti a prezzi esorbitanti. Ci siamo ritrovati ditte che hanno poi preferito pagare la penale e uscire dal contratto. Gli costava meno che effettuare i lavori. Per ultimo, ogni tipo di intoppo come il ritrovamento di reperti storici quando uno scava sono all’ordine del giorno. Ma gli imprevisti vanno analizzati e risolti uno per uno, gestendoli. Rinnovandosi. Ritengo di aver accumulato le giuste esperienze in questi nove anni».
E al primo posto del programma? «Tenere al primo posto le persone che stanno dietro. Pertanto non toglierò nulla ai servizi sociali. Nemmeno un centesimo. Potevamo -spiega- togliere soldi ai servizi sociali ed usarli per riparare immediatamente le buche e quant’altro. Avremmo ottenuto molti applausi perché in pochi si sarebbero accorti del cambio di direzione dei fondi. Ma non lo abbiamo fatto e alla fine siamo comunque riusciti ad effettuare gli interventi stradali che servivano. Grazie ai miei colleghi di giunta».
E poi un tema importante, lo sviluppo economico. Un punto che: «Non vedo mai nelle agende degli altri candidati sindaci. E invece è fondamentale. In questi nove anni abbiamo fatto una riqualificazione cittadina per renderla sempre più attrattiva. Abbiamo una certa abilità a rilasciare concessioni, nel rispetto delle norme ovviamente, ciò per non bloccare iniziative e lavori di nessuno». E poi via a spiegare l’interazione tra porto e città raccontata all’inizio prima di spiegare il resto del rapporto con l’ambiente nella sua visione di Ancona: «La sostenibilità ecologica va fatta ma con criterio. Io ho ancora dei “crucci”. Interverremo in maniera straordinaria e massiccia sul decoro e la pulizia della città per migliorare il già buon lavoro fatto in questi nove anni». Un esempio su tutti? La riqualificazione del mercato delle Erbe per cui «Abbiamo ottenuto cinque milioni per il suo restyling. È la sintesi perfetta di bellezza ed identità cittadina. Vivrà di giorno e di notte. Stiamo per portare il progetto definitivo in giunta e poi partirà la gara d’appalto».
E ancora via sull’efficientamento energetico che «È sempre più centrale e strategico visti i costi delle attuali bollette della luce. Efficienteremo tutte le strutture pubbliche e ridurremo i consumi». E sulla mobilità la quale «Dovrà essere sempre più sostenibile ed i progetti di pista ciclabile per il Conero, Portonovo e waterfront stanno qui a dimostrarlo. Siamo poi una delle città che più usa i mezzi pubblici, e allora potenzieremo e rinnoveremo il parco bus».
E infine sport, giovani e cultura «Per noi lo sport non è soltanto strutture ma un mezzo di inclusione sociale. Ed i giovani che in questa società son quasi all’ultimo posto, torneranno importanti. Essere giovani non è soltanto festa e movida, ma anche interesse per la città ed il suo futuro. Ho intenzione di scommettere su alcuni di loro. E per quanto riguarda la cultura questa va vista come patrimonio da valorizzare essendo al servizio anche di chi promuove eventi individualmente, in modo da arrivare più profondamente, capillarmente, ovunque. Senza dimenticare che dei buoni eventi culturali hanno ricadute economiche positive su tutta la città».
Nel corso dell’evento sono intervenuti a suo sostegno l’ex assessore ai lavori pubblici Maurizio Urbinati, il primo direttore dell’autorità portuale Alessandro Pavlidi, Giacomo il rappresentante d’istituto del liceo Galilei, David Francescangeli del Cus Ancona ed Eliana Maiolini. Seduta in prima fila ma senza intervenire ovviamente lei, il sindaco Valeria Mancinelli.
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