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Il fratello di Ilaria Maiorano:
«Tarik ieri mattina ha chiamato mia madre,
farfugliava ma non una parola su un incidente»

OMICIDIO A OSIMO - Daniele, 35 anni, racconta a Cronache Ancona di una telefonata ricevuta dalla mamma: «Lui non diceva niente, poi le ha passato una delle figlie che ha detto andava tutto bene. Noi a mia sorella dicevamo di lasciarlo, ma lei non voleva ascoltarci. Al matrimonio non ci invitò. Sapevamo la loro situazione economica non era facile e li aiutavamo, compravamo regali e vestiti per le bambine». Fissato il funerale della 41enne, sarà il 15 ottobre

Sopralluogo oggi dei carabinieri alla casa dove è avvenuto il delitto di Ilaria

di Maria Paola Cancellieri

«Ieri mattina Tarik alle 9,15  o 9.30 ha chiamato mia madre al telefono fisso di casa, farfugliava. Lei, sorpresa da questa telefonata, ha chiesto se stavano bene e lui gli ha passato la figlia maggiore. Allora mia mamma ha chiesto anche a lei e la bambina ha detto che andava tutto bene. Ma in questa telefonata non ha detto “Ilaria sta male” o “ha bisogno di aiuto”, se è stato un incidente non ci ha detto nulla». Così Daniele Maiorano, 35 anni, fratello di Ilaria, 41, che racconta della telefonata ricevuta dal marito della donna, Tarik El Ghaddassi, 41,  da ieri sera ristretto nel carcere di Montacuto con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

Ilaria Maiorano

«Noi familiari eravamo all’oscuro di tutto quello che avveniva nella casa di Ilaria» dice Daniele a Cronache Ancona, accettando di attingere dai ricordi nonostante la sofferenza di queste ore. «Veniva a mangiare da noi con le bambine una volta a settimana ma delle sue vicende familiari non ci ha mai raccontato niente – dice il fratello di Ilaria -. La bimba più grande è nata nel dicembre 2014, quella più piccola a maggio 2017. I trascorsi giudiziari del marito, poi, li abbiamo letti sui giornali. Non sapevamo, ad esempio, che lui fosse in quella abitazione agli arresti domiciliari. Lei negava l’evidenza, le dicevamo di lasciarlo ma non voleva sentirci. Mia madre Silvana è distrutta, ieri ha ricevuto una telefonata dai Servizi sociali. Io che ero al lavoro ho appreso che era morta da un collega dopo aver letto i quotidiani online e sono corso a casa».

Tarik El Ghaddassi

Ilaria aveva conosciuto Tarik 10 anni fa. Un amore nato durante le passeggiate in piazza che a  lei piacevano tanto. Una ragazza dolce e discreta che non desiderava frequentare i locali della movida. Dopo le medie alla ‘Caio Giulio Cesare’ si era iscritta al primo anno dell’Ipsia Moda di Osimo. «Ha lasciato la scuola l’anno dopo perchè aveva deciso di andare a lavorare prima come operaia all’Italiastampi di Campocavallo, azienda che oggi non esiste più – rammenta ancora Daniele- e quindi alla Marpis. Poi ha messo su famiglia». La coppia ha vissuto in abitazioni al Borgo e alla piazzetta del Carmine, in centro storico, prima di trasferirsi nel casolare di via Montefanese.

Ilaria nel novembre del 2020 si era sposata e «il matrimonio è stato celebrato con rito civile a palazzo comunale di Osimo – aggiunge il fratello – Non siamo stati invitati e l’abbiamo aspettata fuori dal Comune per salutarla. Mia madre aveva subito due interventi proprio nelle settimane precedenti alle nozze ma voleva vederla, io l’avevo sconsigliata, ma lei è voluta comunque andare davanti al Comune. Fuori abbiamo visto gli sposi e i parenti di lui vestiti a festa.

I carabinieri di Osimo sul posto

Con i genitori di Tarik non c’erano contatti e, garantisco, non per colpa nostra. Mia sorella non aveva un carattere forte. Temo che si sia fatta plagiare da loro. Quando la incontravi in giro con i bambini era con la madre di lui o con lui stesso». La famiglia d’origine della 41enne sostiene di non sapere nulla di un tentativo del matrimonio tra Ilaria e Tarik mandato a monte nel 2012 dall’arrivo della polizia in Comune perché lui era risultato clandestino.

«Non siamo mai stati invitati neanche alle feste di compleanno delle bambine o nelle varie ricorrenze – continua il fratello di Ilaria -. Le vedevamo qui a casa nostra, all’inizio 2-3 volte a settimana poi questi incontri si sono rarefatti, fino a una volta a settimana e forse anche meno. Non abbiamo mai visto Ilaria indossare il velo e ci negava il cambio di religione delle bambine – rimarca ancora Daniele – L’ultima volta che il marito è venuto a casa nostra risale al Natale 2015: non ha mangiato troppo e poi è rimasto a telefono e parlava nella sua lingua. Poi siamo anche venuti a sapere che si doveva vedere con un’altra donna. Ha svolto lavori saltuari come muratore, mia sorella non lavorava e sapevamo che a livello economico non se la passavano bene».

Ecco allora che con tatto, per non urtare la sensibilità e non ferire la dignità di questa mamma in difficoltà, Silvana e Daniele di loro spontanea iniziativa comperavano regali per lei e le bambine, per far festa durante i compleanni o a Natale.

Il casolare è stato posto sotto sequestro

«Soprattutto giocattoli o capi di vestiario, Non sempre è stato facile recapitarli. Quando è nata mia nipote più piccola volevo regalarle il passeggino, sono andato a comperarlo ma è stato un’odissea per poterlo consegnare: non potevamo andare a casa loro in via Montefanese ma siamo andati a casa dei genitori di lui, poco più avanti. Non ci hanno fatto nemmeno entrare, ci hanno aspettato fuori sul cortile per ritirare il regalo» dice amareggiato Daniele. Che premette di non essere mai stato razzista. «Anzi,- rimarca – ho tanti colleghi di altre nazionalità che lavorano con me e che rispetto – sottolinea -. Puoi essere bianco, nero o giallo per me, però se ti comporti male sbagli anche se sei italiano. E’ tutta una questione di correttezza nei rapporti».

Martedì mattina la tragedia che ha sconvolto la vita di chi voleva bene a Ilaria. «Le bambine anche ieri non le abbiamo viste. I Servizi sociali ci hanno invitato a un colloquio per verificare se c’è possibilità che restino con noi. Purtroppo mia madre è anziana, non è neppure auto-munita, io lavoro tutto il giorno come potrei seguirle? Non possiamo prenderci un impegno e rischiare di farlo male, già queste bambine hanno passato quello che hanno passato». Daniele Maiorano chiarisce anche di sapere ben poco di quello che è accaduto nel casolare di via Montefanese ieri: «So solo che mia sorella presenta lividi sul corpo e che  l’autopsia, svolta oggi pomeriggio, potrà dare risposte tra tre mesi, così ci hanno detto – riferisce -. Noi chiediamo giustizia. I funerali di mia sorella vogliamo farli con rito cattolico, ci opporremo se qualcuno si farà avanti per celebrarli con rito musulmano. Chi l’ha uccisa è musulmano e non credo che sia opportuno che ci pensi lui».

Intanto è stato fissato il funerale di Ilaria. Sarà sabato prossimo, 15 ottobre, alle 10 nella chiesa di San Marco Evangelista a Osimo.

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