E’ trascorso un mese dall’alluvione dovuta allo straripamento dei fiumi Misa e Nevola.
Trenta giorni da quel tragico 15 settembre quando, a inizio pomeriggio, iniziò a piovere incessantemente sulla provincia e in altre zone delle Marche. Dodici le persone che trovarono la morte, mentre proseguono ancora le ricerche di Brunella Chiu, la 56enne tuttora dispersa nonostante siano state trovate la sua auto e la borsa. Di lei, però, ancora nessuna traccia ma le ricerche proseguono e non si sono mai fermate. La donna era insieme alla figlia 17enne Noemi, il cui corpo privo di vita venne trovato a chilometri di distanza da Barbara, dove entrambe vennero inghiottite dalla piena del Nevola. Il figlio 23enne Simone, riuscì invece a salvarsi dopo essersi aggrappato ad un albero per poi essere raggiunto da un’imbarcazione dei vigili del fuoco.
Le prime immagini di quella che sarebbe stata la seconda alluvione devastante, avvenuta nel giro di 8 anni nel
senigalliese, iniziarono a girare sui Social con le prime ore della sera fino a quando, successivamente, vennero pubblicate quelle sempre più drammatiche in cui il Misa iniziò a inondare il centro di Senigallia facendo scattare la richiesta di colonne mobili di vigili del fuoco provenienti anche da altre regioni.
L’acqua mista a fango non risparmiò nessuno. In quella tragedia trovarono la morte il piccolo Mattia Luconi di appena 8 anni; la 17enne Noemi Bartolucci; Giuseppe e Andrea Tisba, padre e figlio di 65 e 25 anni; Diego Chiappetti di 52, Fernando Olivi di 84 anni, Mohamed Ennaji di 42; Augusto Montesi, di 82 anni; Maria Luisa Sereni di 72; Michele Bomprezzi di 47; Gino Petrolati di 89 anni ed Erina Febi di 77 anni.
A distanza di un mese, si continua a lavorare non solo per ritrovare quanto prima il corpo della povera Brunella, ma anche per ripulire dal fango molte delle zone alluvionate.
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