«Nella tarda serata di ieri Whirlpool ha informato le Segreterie nazionali di Fim Fiom Uilm del fatto che sono in corso trattative con due potenziali acquirenti per la interezza delle attività europee e ha quindi accettato la richiesta sindacale di convocare un incontro con il coordinamento nazionale. Tuttavia la successiva precisazione della multinazionale, secondo cui prima di gennaio 2023 non si potranno avere ulteriori dettagli, ci fa temere che quella di Whirlpool possa essere più una disponibilità formale a convocare il tavolo che sostanziale ad una discussione di merito».
Nel timore che la vendita «possa avvenire senza alcuna garanzia per l’Italia» le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm chiederanno «nei prossimi giorni un confronto al Ministero dello Sviluppo economico per cercare di condizionare la vendita al rispetto dell’Italia, al mantenimento di tutti gli stabilimenti e alla tutela dell’occupazione. Al nuovo Governo chiederemo di trattare l’elettrodomestico come un settore strategico e di intervenire nella vertenza. Nei prossimi giorni si terrà un coordinamento sindacale nazionale per decidere le prossime iniziative da intraprendere». Una situazione di incertezza che mette in allerta anche le segreterie territoriali della Fiom Marche. La Whirlpool conta su 1500 circa lavoratori nella nostra regione: 1.100 a Fabriano tra sito di Melano e centro impiegatizio e oltre 350 a Comunanza.
«Potrebbe essere tardivo l’incontro fissato a gennaio, quando la multinazionale sarà arrivata alla fase finale delle tratttative, attualmente sono due i potenziali acquirenti sulle 10 offerte pervenute. -fa osservare Pierpaolo Pullini (Fiom Ancona) – L’azienda assicura anche che non abbandonerà l’area Emea nel caso in cui le tratttative non andassero a buon fine. Questo ci preoccupa ulteriormente. Per Fabriano si parla di oltre 1.100 dipendenti tra lo stabilimento, che è il polo unico dei piani cottura di tutta l’area Emea, e il centro impiegatizio di progettazione e servizio-clienti. A gennaio rischiamo che la discussione sia andata troppo avanti e quindi sarebbe inutile qualsiasi interazione. Restare nell’area Emea significa poi parlare di esuberi? Sono domande che ci poniamo con grande preoccupazione Per il sito di Melano, in particolare, sono già stabiliti per novembre 5 giorni di chiusura verticale (dal 24 al 30), più altre giornate di cassa spalmate durante ma non per l’intera fabbrica. Considerata la festività del 1 novembre, si viaggia neanche al 50%. L’elettrodomestico – ribadisce Pullini – è un settore strategico e il governo potrebbe arrogare a se poteri speciali in questa vertenza anche per chiamare l’azienda ad una discussione preventiva».
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