di Alberto Bignami
“Ripuliamo il Pincio”… tra applausi e fischi.
Se da un lato c’è il post del sindaco Valeria Mancinelli che elogia su Facebook ‘La mejo gioventù’ per «la lodevole iniziativa di alcuni giovani del quartiere che si stanno adoperando a spese loro per ridare lustro e decoro al parco del Pincio preso spesso a bersaglio di vandali», dall’altro c’è chi, nel vedere il risultato della «lodevole iniziativa», ha sgranato per un attimo gli occhi sentendo un brivido corrergli lungo la schiena.
Sui Social è l’argomento del giorno, iniziato da giorni, tra chi si augura che ciò venga fatto anche in altri luoghi e chi lo teme fortemente.
La battaglia si fa anche politica, come è giusto che sia.
«Tipico esempio di quando l’esasperazione della cultura del decoro produce mostri culturali, storici ed estetici – scrive Francesco Rubini, candidato sindaco di ‘Altra Idea di Città’ -. Del resto, quando il saggio indica la Luna, lo stolto guarda il dito; in questo caso potremmo dire il pennello» mentre Daniela Diomedi, consigliere comunale M5s posta un «Ho più di un dubbio».
Il tutto, ovviamente, allegando la foto della «lodevole iniziativa» che si trasforma in un più sensato «Lodevole intento – dice a Cronache Ancona Fabio Barigelletti, appassionato di storia locale ed ex presidente del Circolo Legambiente Il Pungitopo – quello dell’iniziativa portata avanti dal gruppo di persone meritatamente definito “la
mejo gioventù”. La manutenzione decisamente carente dedicata ai numerosi monumenti presenti nell’area – prosegue ricordando la Lunetta Santo Stefano, mura ottocentesche, monumento alla Resistenza, parco del Pincio – era da molto tempo sotto gli occhi di tutti. Bene, anzi benissimo, quindi – sottolinea – che questi anconetani abbiano deciso spontaneamente di farsene carico per il solo amore della città. Udiamo da giorni un coro unanime di plausi, come comprensibile. Stupisce però – chiosa – che l’Amministrazione Comunale si limiti ad unirsi a questo coro senza responsabilmente precisare che un intervento del genere, per quanto nobile ne sia stato lo scopo, non potrà e non dovrà essere replicato, a differenza di quanto caldeggiato da chi, sull’onda dell’entusiasmo, invita i cittadini ad unirsi al neonato gruppo per svolgere analoghe operazioni. Restaurare un manufatto storico – ricorda Barigelletti – richiede infatti una progettazione, una scelta di materiali e modalità di esecuzione che, come è ragionevole che sia, spettano necessariamente a tecnici esperti e maestranze specializzate. E il Comune questo non può non saperlo».
Dunque «non si tratta qui certo di mortificare i lodevoli intenti di cittadini encomiabili – riprende -, bensì di evitare che azioni compiute in buona fede da persone non esperte finiscano per provocare risultati difformi dalle loro pur nobili aspettative. L’auspicio – conclude – è perciò che l’Amministrazione Comunale, in prima linea nell’elogio dei volontari, sappia coltivarne l’entusiasmo indirizzandolo verso una corretta espressione e che tutte le Amministrazioni a vario titolo preposte alla tutela di quel luogo, e dei molti altri che necessitano cure, svolgano efficacemente i compiti a cui sono chiamate».
Parco del Pincio ripulito dai volontari: «Sono loro “La Mejo Gioventù”»
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