di Antonio Bomba
Il parco del Cardeto torna al centro del dibattito politico. Nei giorni in cui il comune di Ancona delibera in giunta l’accordo raggiunto con demanio e ministero dei beni culturali per la trasformazione dell’ex caserma Stamura in archivio di Stato (un’opera che riqualificherebbe anche le zone limitrofe con bike sharing, caffè letterari e biblioteca universitaria), il presidente del Parco del Conero Daniele Silvetti torna a chiedere di inglobare l’area verde cittadina comprendente tra le altre cose anche l’antico cimitero ebraico ed il vecchio faro nel proprio Ente.
Al telefono Silvetti risponde alle nostre domande. E la prima è ovviamente la principale: Perché il Cardeto dovrebbe finire sotto l’Ente parco? «Le ragioni sono diverse – spiega Silvetti – la principale delle quali è la contiguità territoriale che allargherebbe le nostre prerogative sull’area in termini di gestione di flora e fauna, attività agricole e biologiche e anche attività culturali». «Insomma – spiega Silvetti in una sorta di rapido sommario del suo pensiero – sono oltre dieci anni che vediamo e leggiamo di problematiche inerenti al Cardeto. Occorre rendere attrattiva quella zona e l’Ente Parco ha la capacità di poterlo fare». «Non è inoltre da trascurare – approfondisce il Presidente – che la Regione Marche è chiamata dalle norme ad incrementare le aree verdi protette. Unire il Cardeto all’area dell’Ente Parco del Conero sarebbe un importante passo verso il raggiungimento dell’obiettivo».
La ricetta per avere un Cardeto più appetibile al pubblico quale sarebbe? «Occorre renderlo più fruibile e frequentabile non solo dai residenti della zona, ma ad una platea più ampia. Deve diventare un’attrazione turistica pur rispettando la sua storia che va tutelata. Servirà dunque un’ampia riqualificazione e spettacoli e iniziative di vario genere. Occorre un netto passo avanti». Come giudica l’accordo che il Comune ha raggiunto con demanio e Beni Culturali per trasformare l’ex caserma Stamura in archivio di Stato? «Ben venga ogni finanziamento e riqualificazione. Ma serve molto di più. Occorrono spazi curati e ben gestiti perché il parco del Cardeto con tutta la sua storia è un museo a cielo aperto e deve tornare a svolgere una funzione pubblica, di utilità al cittadino». «Ad ogni modo – conclude Silvetti – sono ben aperto al dialogo e al confronto con il Comune».
L’assessore al bilancio Ida Simonella chiarisce meglio a Cronache Ancona la posizione della giunta Mancinelli in merito: «Il Cardeto sotto l’Ente Parco? Non sarebbe condizione necessaria e sufficiente alla sua riqualificazione». Questo perché «Edifici e proprietà varie che ricadono dentro il Parco sono comunque di proprietà delle pubbliche amministrazioni comunali». L’assessore parte dunque con degli esempi «Il Passetto è sotto l’Ente Parco ma l’ascensore l’abbiamo rifatto completamente noi. Stessa cosa accadrà con la scalinata sempre del Passetto. Per rispettarne i giusti vincoli storico-artistici impostici dalla soprintendenza l’opera ci costerà 1,5-1,7 milioni ed i lavori partiranno a gennaio. Tutti a bilancio nostro». Simonella specifica anche che «Ho sentito da Silvetti parlare di riqualificazione dell’Ex Mutilatini a Portonovo. Ma anche quello è di proprietà del Comune e toccherà a noi ristrutturarlo. Rientra nel piano Iti Waterfront. Stessa cosa per la strada che, sempre a Portonovo, dalla fine della ciclabile condurrà alla parte bassa. Sarà a carico nostro grazie ai fondi strutturali chiesti e ottenuti dalla Regione e non dell’Ente Parco del Conero».
Simonella conclude affermando che: «Questa amministrazione è aperta comunque al dialogo. Si può parlare con tutti e di tutto. Ma il tema centrale a nostro modo di vedere era e resta l’individuazione delle risorse necessarie per fare tutto ciò che deve essere fatto».
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