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Messaggi e pedinamenti continui,
ammonito l’amico stalker

ANCONA - L'uomo continuava a non dar pace alla donna che nel frattempo si era anche sposata e aveva avuto un figlio. Si è rivolta alla polizia

La donna si è rivolta alla polizia (Archivio)

Da circa 2 anni, si era invaghito di un’amica e ha continuato a perseguitarla con condotte moleste e invadenti.
Tutto ciò malgrado lei si fosse nel frattempo sposata diventando anche madre.
L’uomo, un 40enne italiano, non accettando il rifiuto del rapporto sentimentale con la donna, poco più che trentenne molestandola con messaggi e avviando una serie di pedinamenti oltre a fare domande pressanti a conoscenti nel tentativo di instaurare un rapporto con lei, che fin da subito e con estrema chiarezza, aveva negato.
Il continuo perdurare di questi comportamenti ha portato la donna, in provincia, a rivolgersi alle forze dell’ordine per ottenere un provvedimento di cessazione delle condotte ossessive.
Al termine dell’attività istruttoria, il questore di Ancona, Cesare Capocasa, ha emesso il provvedimento dell’Ammonimento, intimando allo stalker di interrompere ogni tipo di contatto e condotta lesiva.
La misura di prevenzione, nota come “Ammonimento del questore”, costituisce un efficace deterrente volto a contrastare il fenomeno dello stalking, prima che degeneri e si concretizzi in azioni aggressive, sia di tipo fisico che di tipo psicologico.
Si ricorda che, come pure viene esplicitamente comunicato al destinatario della misura all’atto della notifica, qualora una persona già ammonita continui a vessare la parte lesa, la condotta diventa perseguibile dall’Ufficio di polizia, senza che occorra una specifica querela della vittima.
La Divisione Anticrimine della questura dorica, diretta dal vice questore Marina Pepe, ricorda che «la Polizia di Stato è da sempre presente accanto alle donne e che è possibile rompere la catena dei soprusi, della limitazione della libertà individuale, della sopraffazione psicologica, semplicemente chiedendo aiuto, prima che i comportamenti lesivi, giungano a risultati estremi».
«“Esserci sempre” – ha commentato Capocasa – è soprattutto intervenire prima che le situazioni degenerino. In un momento storico in cui la violenza di genere costituisce senz’altro un’emergenza sociale è nostro obbligo, come Polizia di Stato, Forze dell’Ordine, Magistratura, Associazioni di Volontariato e di Categoria, Amministrazioni locali, fare rete per accogliere tutti i soggetti rientranti nelle cosiddette “Vittime vulnerabili”, che necessitano del nostro aiuto e la nostra presenza: donne, anziani e minori. Non voltiamoci dall’altra parte, ma tendiamo una mano a chi sappiamo, sentiamo o vediamo in difficoltà».

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