di Alberto Bignami
Tentato incendio del ristorante dell’ex datore di lavoro: due misure cautelari spiccate dal Gip: ai domiciliari un 39enne di Porto Potenza, obbligo di dimora per una 33enne che lo avrebbe aiutato. Sono accusati anche di aver danneggiato la vettura dell’uomo, una costosa Range Rover Evoque.
I fatti risalgono alla notte del 18 settembre scorso. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della stazione di Numana, il 39enne, mosso da alcuni attriti con l’ex datore di lavoro, insieme a un’amica, intorno alle 2,30 circa di quella notte, secondo le indagini condotte dai carabinieri e durate due mesi, diedero il via ad una sorta di rappresaglia, in base alle indagini. Agirono insieme: l’uomo come esecutore materiale e la donna con la funzione di ‘palo’. In coppia, avrebbero vandalizzato il Range Rover Evoque del titolare del ristorante Terrazzamare di Sirolo, utilizzando una mazza da fabbro e danneggiando il parabrezza anteriore, il lunotto posteriore, vetri delle portiere e il portellone posteriore. Successivamente la coppia, con i medesimi ruoli, aveva raggiunto il ristorante Terrazzamare e, dopo aver infranto il vetro di una porta finestra per introdursi all’interno, l’uomo aveva iniziato a versare del liquido infiammabile sopra alcuni tavoli di legno, accatastati e addossati a una finestra, appiccando il fuoco per innescare l’incendio dell’intero locale. Il rogo non riuscì però a divampare poiché le fiamme, benché si fossero estese ad altri arredi in legno e tendaggi presenti all’interno della sala in prossimità del punto di innesco, non riuscirono a propagarsi a tutto il locale grazie alla resistenza dei materiali e all’utilizzo di superfici ignifughe. Il tentativo di incendio è stato aggravato dal fatto di aver messo in pericolo l’incolumità di tutte quelle persone che alloggiavano nelle camere dell’edificio che aveva anche la funzione di b&b.
I militari, guidati dal colonnello Luigi Ciccarelli (comandante della Compagnia di Osimo) e dal luogotenente Luca Cristofanetti, coordinati dalla procura di Ancona, per risalire agli autori hanno svolto accurati sopralluoghi, acquisizione di registrazioni prelevate dai sistemi di videosorveglianza e analisi di celle telefoniche. Dopo due mesi di lavoro gli inquirenti hanno chiuso il cerchio e chiesto una misura cautelare per entrambi gli indagati. Il gip del tribunale di Ancona ha disposto gli arresti domiciliari per lui, con braccialetto elettronico, e l’obbligo di dimora nel comune di Reggio Emilia per lei.
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