Trenta giorni di prognosi e il setto nasale rotto per aver fatto il proprio lavoro: aver chiesto il biglietto di viaggio.
Aggressione a un capotreno nella serata di sabato. E’ accaduta sul treno regionale Foligno – Ancona, una volta giunto alla stazione di Genga.
Il dipendente di Trenitalia ha ricevuto un pugno in pieno viso da un viaggiatore che si è poi dato alla fuga, sembra proprio immediatamente dopo che gli era stato chiesto di mostrare il titolo di viaggio.
A riprendere quanto avvenuto successivamente, sono stati alcuni passeggeri. Il video è poi finito sulla pagina ‘Welcome to Favelas’.
Il capotreno, soccorso subito dai passeggeri, è stato poi preso in cura dal personale del 118 che lo ha trasportato in ospedale.
Indagini sono in corso da parte della Polfer per risalire all’aggressore.
L’episodio è stato ovviamente denunciato anche dai sindacati dei trasporti regionali che fanno sapere come «un nostro collega capotreno in servizio sul treno 19816, è stato vittima di una violenta aggressione fisica da parte di un uomo che viaggiava privo di documenti, del titolo di viaggio e che già in precedenza stava dando in escandescenze. L’aggressore, al controllo del titolo, ha colpito improvvisamente con dei
pugni il capotreno provocandogli la frattura del setto nasale con una prognosi di 30 giorni. Il tutto è avvenuto prima che l’aggressore, scendendo alla stazione di Genga, sia riuscito a dileguarsi eludendo anche l’intervento delle forze dell’ordine. Un ennesimo atto violento – proseguono – perpetrato ai danni di un lavoratore che stava solo svolgendo il suo servizio. E’ da tempo che chiediamo un intervento deciso da parte dell’azienda che ha l’onere di tutelare i propri dipendenti a fronte di atti di questa natura. Recentemente tutte le segreterie nazionali hanno anche proclamato uno sciopero nazionale del personale di bordo e di condotta proprio per sensibilizzare tutti su tale questione. Siamo coscienti che tali problematiche colpiscano trasversalmente tutte le regioni italiane ma in Umbria, secondo il nostro parere, scontiamo anche la carenza di una struttura di protezione aziendale regionale che possa dare vero supporto al personale di bordo. Una richiesta in tal senso, è stata più volte fatta dalle scriventi a Trenitalia. Ad oggi purtroppo, non abbiamo avuto ancora nessun riscontro e ci ritroviamo a contare un’altra vittima di aggressione tra i capotreno a cui va tutta la nostra solidarietà e vicinanza».
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