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«Occupazione e distretto del ‘Bianco’,
si sconta anche l’assenza
di una strategia della giunta regionale»

FABRIANO - Lo sostiene il consigliere regionale Maurizio Mangialardi (Pd) che questa mattina ha partecipato allo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil in piazza del Comune

da sin. Pierpaolo Pullini (fiom Ancona) e il consigliere regionale Maurizio Mangialardi (Pd) questa mattina in piazza del Comune a Fabriano

 

 

«Siamo qui per ribadire che la Legge di Bilancio del governo Meloni è iniqua e inadeguata. Purtroppo molti avevano sperato che il sovranismo della destra fosse sinonimo di equità e attenzione ai bisogni della fasce più deboli della popolazione, dei lavoratori e delle piccole e medie imprese in difficoltà. Oggi, a meno di tre mesi dalle elezioni, quelle speranze si sono rivelate delle vuote illusioni. Con questa Legge di Bilancio non solo non si danno risposte alle emergenze economiche ed energetiche, non solo si rallenta la transizione verde e si dimenticano scuola e sanità pubblica, ma viene complessivamente meno una visione di futuro e di società. Gli unici a trarre reale beneficio dalla manovra della Meloni saranno gli evasori fiscali». A spiegarlo in un comunicato è il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi, che questa mattina ha preso parte allo sciopero generale indetto a Fabriano dalla Cgil e dalla Uil.

«Ho molto apprezzato l’idea dei sindacati di svolgere questa manifestazione a Fabriano – continua Mangialardi – uno dei territori che risente maggiormente della difficile congiuntura economica, come dimostrano le numerose vertenze aperte, a partire da quella alla Whirpool. Credo non sfugga a nessuno come nell’area montana si stia scontando anche l’assenza di una strategia da parte della giunta regionale, volta a salvaguardare il distretto del “bianco”. Un’assenza già constatata lo scorso anno in occasione della vertenza Elica. La situazione rischia però ora di aggravarsi, perché la vistosa inadeguatezza della giunta Acquaroli potrebbe essere amplificata dall’indifferenza del governo Meloni, la cui politica industriale non sembra essere capace di offrire garanzie per la difesa dei livelli occupazionali».

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