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Marco Tantucci riabbraccia la sorella:
«Dopo il pestaggio alla stazione di Milano,
ricoverato per oltre un mese al Niguarda»

LIETO FINE - Il 44enne di Ancona scomparso da novembre è rientrato oggi in città. Durante l'aggressione gli sono stati rubati documenti e telefonino ed è stato in degenza anche in coma per tutte queste settimane al policlinico meneghino. Barbara Tantucci: «Ho passato quasi due mesi d’inferno. Adesso voglio solo che mio fratello si riprenda, è molto magro, provato e ancora non sta bene. Ringrazio chi ci ha aiutato, soprattutto i City Angels»

Barbara e Marco Tantucci

 

E’ tornato a casa, ad Ancona, oggi Marco Tantucci e, poco prima di pranzo, ha riabbracciato sua sorella Barbara che da un mese e mezzo con tutta la famiglia lo cercava in ogni angolo d’Italia. «E’ stata un’emozione fortissima, poco prima di rivederlo ho ricevuto la telefonata di mio zio che a sorpresa mi ha passato Marco. Mio fratello mi ha detto solo ‘oh sono vivo’ e io mi sono sciolta in un lungo pianto». Lacrime di gioia, liberatorie per questa donna che dopo la scomparsa del 44enne con una vita complicata vissuta spesso in strada, grazie anche all’aiuto dell’associazione City Angels, guidata in città da Patrizia Guerra, si è attivata con le forze dell’ordine e sui social media per rintracciarlo. L’uomo dopo un ricovero all’ospedale regionale di Torrette, il 18 novembre si è allontanato dalla cittadella sanitaria di Ancona senza dare più sue notizie. Il suo cellulare risultava spento. Barbara ha contattato anche la trasmissione di Rai Tre, ‘Chi l’ha visto?’ (ieri è stata di nuovo ospite in collegamento esterno) nella speranza di ricevere segnalazioni attendibili sugli spostamenti di Marco, che una telefonata anonima, nei primi giorni di dicembre, indicava ricoverato in un ospedale di Milano a seguito di un brutale pestaggio.

«E in effetti Marco ci ha raccontato di essere rimasto per tutto questo tempo in degenza al policlinico Niguarda-Fatebenefratelli di Milano dopo quel pestaggio avvenuto alla stazione centrale di Milano – spiega a telefono Barbara – Era andato in un’area poco raccomandabile e l’hanno aggredito rubandogli tutto quello che aveva, telefonino e documenti compresi. L’hanno lasciato privo di coscienza e in mutande. Si è risvegliato all’ospedale dopo giorni di coma. Dobbiamo dedurre che la telefonata anonima ricevuta da mio zio che riferiva di Marco all’ospedale dopo l’aggressione sia stata fatta proprio da qualcuno che era in possesso delle sue cose. Non aveva con se’ i documenti, al risveglio in ospedale non ricordava neppure il suo nome. Insomma era senza identità e i sanitari per riconoscerlo gli hanno attaccato un piccolo microchip sull’orecchio».

Adesso Barbara e i suoi familiari possono tirare un primo sospiro di sollievo. «Ho passato due mesi d’inferno – ammette – voglio ringraziare chi ci ha aiutato,  soprattutto Patrizia Guerra dell’associazione City Angels che mi è stata davvero tanto vicino nelle ricerche e in questo tempo interminabile di angoscia, e anche il ragazzo che a Milano, ha ospitato e permesso a Marco, una volta dimesso dall’ospedale, di tornare a casa dopo averlo fatto salire sul treno che oggi l’ha riportato ad Ancona. Adesso voglio solo che mio fratello si riprenda, è molto magro, provato e ancora non sta bene. Voglio impegnarmi nella speranza che possa riprendere in mano la sua vita, che possa trovare una sistemazione».

(Redazione CA)

 

«Aiutateci a ritrovare mio fratello scomparso a Milano»

Marco Tantucci scomparso da novembre: telefonata anonima allo zio

 

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