Piano di riorganizzazione Whirlpool, la multinazionale statunitense incontra la delegazione sindacale ma non offre ancora elementi certi per chiarire se l’asset dell’area Emea (Europa, Medio Oriente, Africa) sarà ceduto nel 2023. Nei mesi scorsi il gigante Usa aveva annunciato l’avvio della trattativa con due soggetti intermediari e il piano strategico potrebbe interessare anche lo stabilimento di Melano di Fabriano, unico produttore di piani cottura a gas, elettrici e a induzione di Whirlpool proprio per l’Emea. Il confronto tra il management della gruppo americano e il coordinamento sindacale per l’informativa nazionale 2022 si è svolto questa mattina nel Milanese. E’ emerso che nonostante il mantenimento delle quote di mercato, la multinazionale «ha registrato (fino al terzo trimestre) una perdita di volumi di circa il 20%, che diventerebbe il 13% al netto della Russia; il calo è stato più marcato in particolare nella libera installazione, mentre l’incasso è andato meglio rispetto alle condizioni di mercato. I margini di profitto sono stati erosi dal forte incremento dei costi di produzione. – ricordano in una nota le segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm, UglM – Paragonando il terzo trimestre del 2022 con quello del 2021, le vendite sono calate dell’8%, mentre l’Ebit della regione europea è passato da 28 milioni di dollari a -28 milioni di dollari».
E’ stato anche evidenziato che per l’anno corrente il mercato degli elettrodomestici a livello europeo è atteso in ulteriore contrazione fra -1% e -3%. «Per quanto concerne gli investimenti nelle fabbriche italiane, nel 2023 sono previsti 95 milioni, di cui 60 in prodotto e 35 in processo, a cui si aggiunge 1,2 milioni nel magazzino di Carinaro. I volumi produttivi sono previsti in generale in lieve crescita; sono anche previsti lanci di prodotto secondo quando dettagliato in sede locale» rimarcano le sigle sindacali. Secondo i dati tratteggiati da Whirlpool, per l’impianto fabrianese si dovrebbe prevedere un lieve aumento dei volumi passando dai 1.390.000 pezzi del 2022 ai 1.490.000 pezzi del 2023. E’ già in programma però di nuovo la cassa integrazione per il sito di Melano anche per la questione della crisi delle materie prime. «Restano a nostro avviso irrisolti alcuni problemi di fondo degli stabilimenti, in termini sia di mancati interventi strutturali e sia di perdurante utilizzo degli ammortizzatori sociali che tanto pesano sul reddito dei lavoratori. – proseguono Fim, Fiom, Uilm e UglM – Per questo motivo abbiamo ribadito la nostra richiesta di riconoscere ai lavoratori una erogazione salariale, anche sotto forma di flexible benefit finché questo è normativamente possibile. L’aumento dei prezzi denunciato dalla azienda non ha difatti inciso solo sui costi di produzione ma anche sulla vita e sul potere di acquisto dei lavoratori. È inaccettabile che la Direzione di Whirlpool non si sia confrontata sulle scelte strategiche e sulla presenza in Europa e in Italia. Al riguardo è attesa una comunicazione agli azionisti il 26 gennaio o nei giorni immediatamente successivi; di conseguenza – concludono – l’azienda ha comunicato che si terrà un incontro di coordinamento nazionale immediatamente a ridosso della comunicazione. Ci attendiamo che si tratti di un incontro chiarificatore in cui ribadiremo, qualsiasi sia la scelta della multinazionale americana, l’obiettivo del sindacato di tutela dell’occupazione e delle condizioni di lavoro». A più riprese, nei mesi scorsi, i sindacati hanno chiesto la convocazione di un tavolo al Ministero dello sviluppo economico.
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