Unanimità di voti, oggi in Consiglio comunale di Ancona, per la mozione che ha portato all’attenzione dell’assemblea cittadina la questione del necessario ripristino nella piena funzionalità della ‘Casa Rossa’, struttura riabilitativa e semi-residenziale del Dipartimento di Salute Mentale chiusa dopo i danni inferti dal terremoto del 9 novembre 2022. L’atto era stato presentato dal gruppo consiliare di opposizione di FdI a firma dei consiglieri De Angelis, Ausili, Eliantonio, con la seguente adesione anche dei consiglieri del gruppo cinquestelle (consiglieri Diomedi, Schiavoni, Vecchietti) ed era stato presentato già a dicembre, ma poi era stato modificato. La mozione sulla “Casa Rossa” metteva in evidenza che 14 utenti del servizio da tre mesi, dopo l’evento sismico, sono stati “appoggiati” presso strutture ambulatoriali del Crass (locali del Centro di salute Mentale), non idonee né alla residenzialità né alla fattibilità di percorso terapeutico.
«All’ultima commissione sull’argomento ha potuto partecipare anche la rappresentante dell’associazione ‘Liberalamente’, la quale ha testimoniato il disagio dei ragazzi utenti della casa rossa e degli operatori sanitari. – ricorda una nota il Gruppo consiliare di FdI – Siamo felici quindi di aver coinvolto l’Amministrazione comunale per una rapida risoluzione del problema, che è stato al centro dell’interesse anche della Regione, che ha richiesto la partecipazione attiva di tutte le componenti coinvolte. La mozione è passata all’unanimità e prevede che il sindaco, quale autorità sanitaria locale, nell’ambito delle proprie funzioni in Conferenza dei Sindaci, previa comunicazione delle proprie valutazioni in ordine alla grave inadeguatezza e carenza del servizio reso da oltre 3 mesi dall’evento sismico, a sollecitare all’Ast Ancona: la trasmissione dell’esito della perizia quanto alla inagibilità della struttura “Casa Rossa”, il reperimento di idonea struttura nella quale il servizio possa essere compiutamente ripristinato e pertanto adeguatamente reso anche in via temporanea; a concordare, nell’eventualità insistano sul territorio del Comune di Ancona ed ove siano disponibili e agibili, l’utilizzo di strutture di proprietà comunale affinchè il diritto alla cura dei pazienti – pure in situazione di emergenza – sia reso in struttura adeguata e conforme alle esigenze terapeutiche».
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