di Antonio Bomba
Cinghiali in città. Cosa fare e come comportarsi in caso ci si pari davanti uno di questi imponenti animali, oltretutto spaesato per l’essere fuoriuscito dal suo habitat naturale?
Il tema è stato ieri oggetto di un’interrogazione urgente in consiglio comunale con una domanda posta dalla consigliera Lorella Schiavoni (m5s).
«La presenza di cinghiali – ha iniziato Schiavoni il suo intervento – è assidua e reca paura e preoccupazioni ai residenti dei vari quartieri. Negli ultimi tempi gli avvistamenti sono sempre più frequenti a Le Grazie, Via Monte Marino, Vallemiano, Posatora, area verde di via Fano-Via Paolucci e al Cras. Cosa fa in merito il comune di Ancona per ovviare al problema? Cosa fa per risolverlo e rendere di nuovo le zone sicure per i cittadini? È stata diramata un’informativa ai cittadini su cosa fare e come comportarsi in caso si trovino a pochi metri?».
«Il comune di Ancona – ha risposto l’assessore all’ambiente Michele Polenta – dopo un approfondimento normativo nel merito è stato tra i primi in assoluto ad attivarsi, già nel 2020, chiedendo un coordinamento specifico alla prefettura. La stessa ha così emesso una procedura operativa la quale indica nella polizia provinciale l’organo preposto da chiamare in caso di avvistamenti ravvicinati. Da parte nostra – Prosegue nella risposta Polenta – durante i nostri controlli, non abbiamo mai trovato incuria o cibo abbandonato in grado di attirare questi animali. Abbiamo anche proceduto al controllo delle recinzioni attorno a scuole e parchi pubblici dove i cinghiali sono stati avvistati. Oltretutto, ad oggi, si tratta di casi isolati. Sono animali vaganti e gli avvistamenti sono sporadici. Sulle informazioni alla cittadinanza poi, abbiamo diramato informazioni in merito tramite l’ufficio sanità, Anconambiente e il servizio Pronto Urp del comune di Ancona. Lo specifico protocollo d’intesa – ha poi chiuso così il suo intervento l’assessore – per permettere al sindaco di emettere ordinanze urgenti in merito a oggi non è stato ancora approvato. Siamo dunque in attesa che la Regione Marche approvi il protocollo».
«Vedo – è la lunga controreplica di Schiavoni – che vi siete dati da fare sin dal 2020 ma il problema persiste e le segnalazioni sono in costante aumento. E poi non sono avvistamenti sporadici. Nel mio quartiere giungono famiglie di 7-8 esemplari. Ho la testimonianza di una ragazza che era uscita per far fare la passeggiata al proprio cane e, terrorizzata dalla vista dei cinghiali, è rimasta chiusa nella propria auto per un’ora e mezzo. La verità è che la manutenzione del verde non viene fatta, molti sacchetti della spazzatura sono abbandonati a terra. Ciò crea un habitat ideale per questi animali. Ho il cellulare pieno di video di gente che riprende questi gruppi di cinghiali. Pertanto ritengo che il Comune debba fare di più anche senza il protocollo d’intesa con la regione Marche. Un cartello che avvisa di chiamare la polizia provinciale non è abbastanza perché da una certa ora in poi questa non risponde più. Servono più controlli e informazioni. Venga a fare un giro con me assessore – è la chiusura della consigliera del m5s – l’accompagno io. Le farò vedere che tutto ciò che dico corrisponde al vero».
È indubbio che negli ultimi mesi gli avvistamenti di questi animali selvatici in quartieri popolati si siano fatti sempre più frequenti, per volte e quantità di cinghiali. Dall’altra parte appare ancora una volta chiaro che, come tutti i nuovi problemi, la disciplina è difficile da trattare a livello burocratico prima e pratico poi. E, le competenze in merito, sono spesso incerte se non addirittura soggette al classico gioco del rimbalzo tra un’autorità preposta e l’altra. La speranza pertanto è che in tempi brevi si arrivi ad avere un quadro di norme, protocolli e circolari varie quantomai completo in modo da poter far agire in maniera tempestiva chi di dovere.
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