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Raffica di furti nel Fabrianese:
denunciate due persone,
indagini per risalire al terzo complice

FABRIANO - Gli agenti del Commissariato, dopo una serie di indagini certosine, hanno ricostruito i colpi messi a segno nelle abitazioni analizzando i filmati di numerose telecamere di videosorveglianza e ascoltando le vittime dei raid e alcuni testimoni

I due denunciati, ripresi dalle videocamere

I poliziotti del Commissariato di Fabriano, a seguito di una complessa attività investigativa, hanno denunciato un 50enne italiano e un 40enne albanese, entrambi residenti nel milanese, per concorso nel reato di furto aggravato continuato in abitazione.
Già in passato i due erano stati denunciati sempre per furti.
Ecco che lo scorso 15 dicembre, a Fabriano e nelle frazioni, si erano verificati una serie di furti senza precedenti. Ben dieci i colpi messi a segno in abitazioni, avvenuti tra le 17 e le 19,30, oltre ad ulteriori cinque tentativi denunciati al Commissariato insieme ad altre segnalazioni riguardanti persone sospette.
La banda, costituita da tre elementi, aveva agito utilizzando un’auto ‘pulita’ che, giunta in prossimità dell’obiettivo, lasciava scendere due persone per poi spostarsi, guidata dal ‘palo, per il successivo recupero nel punto concordato con i complici, probabilmente collegati con radio portatili o cellulari.
I malviventi si sono introdotti nelle varie abitazioni passando per i balconi e forzando le finestre approfittando del fatto che i proprietari di casa erano al lavoro. In alcuni casi però, erano anche entrati nonostante la presenza degli inquilini, ma in un’altra stanza.

I poliziotti di Fabriano avviarono immediatamente le indagini, ma con non poche difficoltà poiché la pioggia abbondante di quei giorni, ha reso difficoltoso l’esame delle immagini delle telecamere di videosorveglianza private risultate, in alcuni punti, parzialmente o totalmente offuscate.

Una Volante del Commissariato di Fabriano

Nonostante ciò, l’identificazione degli autori è stata possibile grazie ai riscontri delle informazioni rilasciate dai derubati; con i dati acquisiti da sistemi di videosorveglianza privata, riconoscimenti fotografici e informazioni contenute nei pubblici registri come quelli relativi alle intestazioni di auto e utenze telefoniche.
Approfondite e ulteriori attività investigative, hanno permesso di risalire anche alla rete delle frequentazioni con altri pregiudicati da parte degli indagati, constatando che si tratta di una banda operante in tutto il nord e il centro Italia.
La banda è stata geolocalizzata dai poliziotti che si sono occupati delle indagini, ricostruendo orari e tappe criminali dalla banda. E’ stato così possibile procedere al riconoscimento fotografico di uno del gruppo di malviventi grazie ad un testimone che, nel giorno in cui furono commessi i furti, memorizzò la fisionomia di uno dei ladri.
Il testimone, rientrando a casa, si era incrociato con i due uomini che stavano scavalcando la recinzione del giardino per darsi alla fuga.

L’uomo li inseguì coraggiosamente, fino a quando i due salirono però nell’auto del ‘palo’ che li attendeva.
Partendo dalle dichiarazioni fornite dalle altre vittime e le immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza presenti lungo l’itinerario ricostruito dagli investigatori, è stato possibile quindi individuare anche il mezzo utilizzato dalla banda per la fuga e il trasporto della refurtiva. L’intestatario del veicolo risulta, attualmente, proprietario di oltre 50 mezzi, tutti acquistati negli ultimi mesi: quasi tutti segnalati da molti uffici di polizia del centro-nord, come mezzi impiegati per la commissione di reati.
Gli investigatoti procedono senza sosta nelle indagini per l’identificazione del terzo complice e per il recupero della refurtiva con l’auspicio di poter restituire gli oggetti ai rispettivi proprietari, anche per il valore affettivo oltre che per quello economico.

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