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Pronto soccorso degli ospedali
di Torrette e di Jesi al collasso:
«Bisogna investire sul Pat di Chiaravalle»

ANCONA - La richiesta, funzionale ad attivare un filtro di pazienti meno gravi verso i presidi ospedalieri più grandi, arriva dalle segreterie di Cgil, Cisl e Uil che sollecitano anche «il potenziamento della radiologia a supporto dello stesso Punto di Accesso Territoriale»

L’ospedale di Chiaravalle (foto d’archivio)

 

Sanità, servizi ai cittadini e ospedale di Chiaravalle, secondo le segreterie di Cgil, Cisl e Uil è opportuno e necessario investire sul Punto di Accesso Territoriale (Pat) per decongestionare gli arrivi di pazienti meno gravi al Pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette ma anche del ‘Carlo Urbani’ di Jesi.

«Leggiamo ogni settimana le notizie che riguardano il sovraffollamento delle strutture di Pronto Soccorso della nostra zona, in particolare il Pronto soccorso dell’ospedale di  Jesi e quello degli ospedali Riuniti delle Marche a Torrette. Come Cgil, Cisl e Uil abbiamo da sempre messo in evidenza che tale mole di interventi è troppo spesso gravata dalla presenza di codici bianchi e verdi che non riescono ad essere filtrati, come sarebbe opportuno, dalle strutture del territorio. – sottolineano le sigler sindacali – I dati relativi al Pat di Chiaravalle, purtroppo confermano questa tendenza. Nel 2011 a Chiaravalle, in quello che si chiamava Punto di Primo Intervento, venivano trattati 10.154 casi ( nella stragrande maggioranza codici bianchi e verdi), nel 2022 questa cifra si è più che dimezzata scendendo sotto i 5000 casi all’anno (4951 casi, per il 95% codici bianchi e verdi). Dove sono finite le oltre 5000 persone che non si sono rivolte al Pat di Chiaravalle? Sono andate ovviamente ad intasare le strutture vicine, aumentandone le difficoltà di accesso e assistenza».

Di qui l’ipotesi che il minore utilizzo del presidio ospedaliero di Chiaravalle, nonostante l’impegno del personale, sia dovuto «alla mancanza di investimenti adeguati su tale servizio e su quelli ad esso collegati, che anzi nel tempo si sono ridotti. – rimarcano Cgil, Cisl e Uil – Nel Pat di Chiaravalle, infatti, nel corso degli anni, si è persa la possibilità di effettuare qualsiasi tipo di analisi del sangue, e anche il servizio di radiologia, per carenza di personale medico, non permette di effettuare servizi di ecografia per il gli utenti del Pat. La situazione logistica del servizio è poi certamente da migliorare a partire dalla necessità di una maggiore manutenzione dei locali e dei bagni, attualmente poco funzionanti».

Per sostenere una sanità territoriale più efficiente e che eviti il sovraffollamento delle strutture ospedaliere, Cgil, Cisl e Uil territoriali, assieme alle relative federazioni dei pensionati, chiedono non solo «il potenziamento del Pat di Chiaravalle al fine di garantire un maggior filtro per le strutture di pronto soccorso degli ospedali più grandi», ma anche «il potenziamento della radiologia ad ausilio del Pat che permetta una maggiore capacità di risposta all’utenza e l’adeguamento strutturale e una maggiore manutenzione di tale servizio. Come Cgil, Cisl e Uil siamo certi che, solo garantendo servizi territoriali di qualità, si può pensare di mantenere saldo il legame tra i cittadini e il servizio sanitario pubblico».

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