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Minori a rischio, sostegno
dei Servizi sociali
per un centinaio di famiglie

OSIMO - L'Amministrazione comunale ha potenziato anche il servizio educativo domiciliare. Il vice sindaco Paola Andreoni: «Purtroppo va registrato in questo contesto il grave depauperamento dei servizi territoriali socio-sanitari operato dalla Regione verso il territorio dell’Ambito sociale XIII, dal Consultorio, alla contrazione nel settore dell’Ostetricia fino all’Umee dove sembra che il neuropsichiatria infantile presto sarà raggiungibile solo a Chiaravalle»

Paola Andreoni, presidente del consiglio comunale di Osimo

 

 

 

Sono un centinaio i nuclei familiari verso i quali i Servizi sociali del comune di Osimo svolgono compiti di tutela e monitoraggio, su mandato dell’autorità giudiziaria minorile o del Tribunale ordinario.«Dati ed azioni che possono fotografare la situazione dell’area famiglia e tutela minori facente capo al Servizio sociale del Comune di Osimo e che segnalano un sempre maggiore impegno dell’Amministrazione comunale verso il disagio giovanile e le famiglie». Sottolinea la vice sindaco Paola Andreoni con delega ai Servizi sociali.

Un settore di intervento, questo, complesso e che perlopiù rimane fuori, propria per la sua delicatezza, dai riflettori ma che viene seguito con particolare attenzione dai servizi.  Il 70% di questi fascicoli prevedono un “Affido al Servizio Sociale dei minori”, dove il Servizio ha compiti si sostegno e controllo, che implica una presa in carico impegnativa e costante. «Negli ultimi mesi, l’Amministrazione comunale ha potenziato il servizio educativo domiciliare, che è passato da 6 casi a 10 per una spesa di oltre 18.000 euro. – ricorda la vice sindaco – Continua la supervisione degli incontri protetti tra i minori e una o entrambe le figure genitoriali (8 situazioni) e il lavoro costante di rete con i servizi specialistici eventualmente coinvolti, come il Consultorio familiare, l’Stdp servizio territoriale dipendenze patologiche (dipendenze da sostanze, alcool e gioco), il Csm centro salute mentale e il terzo settore (Cav centri anti violenza, Rete di Famiglie Affidatarie). Si è dato avvio ad una collaborazione più stringente con gli Istituti comprensivi del territorio osimano, che prevedrà occasioni di incontro tra servizi sociali comunali/ Consultorio familiare e gli insegnanti, al fine di intraprendere un lavoro congiunto sulle situazioni di disagio e fare prevenzione. Allo stesso tempo si chiede agli Istituti di segnalare situazioni fragili tempestivamente in modo da dare la possibilità ai servizi sociali in collaborazione con il consultorio famigliare di intervenire precocemente».

Altri interventi inerenti la tutela minori sono rappresentati dagli inserimenti in centri diurni 146.000 euro del territorio, in comunità educative residenziali 100 euro al giorno per 7 minori (con compiti di monitoraggio del minore e interventi di recupero sulla famiglia d’origine) per una spesa di circa 201.000 euro, affidi etero/intra familiari 5 minori 580 euro circa al mese, affidi diurni e lavoro con le “famiglie d’appoggio”. «La spesa totale per i minori fragili si aggira intorno ai 401.000 euro del bilancio comunale. – prosegue – Purtroppo va registrato in questo contesto il grave depauperamento dei servizi territoriali socio-sanitari operato dalla Regione verso il territorio dell’ambito sociale XIII. Per fare un esempio guardiamo la situazione del Consultorio, la contrazione nel settore dell’Ostetricia: dal 2 marzo l’ostetrica ora a Tempo Pieno va in pensione e non sarà sostituita con una figura a tempo pieno e il servizio sarà presente solo 3 volte alla settimana per garantire Pap test e percorsi di accompagnamento alla nascita ecc.. Contrazione nel settore delle figure dello psicologo e dell’assistente sociale che mentre prima assicuravano il ricevimento al pubblico tutti i giorni, dal 2 marzo potranno ricevere al pubblico solo tre giornate su 5».

Per quanto riguarda il servizio Umee «che fino ad aprile dello scorso anno prevedeva un’equipe multidisciplinare formata da psicologo, neuropsichiatra infantile ( anche se solo per 16 ore settimanali), logopedista e assistente sociale, un’ equipe questa che seppur sotto dotata garantiva un servizio per tutta la settimana, ora è aperto solo due giorni a settimana solo su appuntamento – rammenta Paola Andreoni – e sembra che il neuropsichiatria infantile, parte integrante dell’equipe multidisciplinare sarà raggiungibile solo a Chiaravalle e quindi l’utenza dovrà spostarsi . Va ricordato che per la valutazione tale figura professionale è fondamentale e la sua assenza in sede complica profondamente il lavoro di equipe allungandone i tempi delle valutazioni e delle prestazioni rese. Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano che oltre allo spostamento del poliambulatorio in una zona decentrata, a destare maggiore preoccupazione è la diminuzione e il depauperamento dei servizi territoriali. Queste sono le condizioni in cui le poche figure rimaste si trovano ad operare».

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