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Protestano gli oss della Residenza Dorica:
«C’eravamo durante la pandemia,
ora siamo ‘angeli’ sfruttati»

ANCONA - Una rappresentanza dei dipendenti della struttura per anziani che fa parte del gruppo Kos si è riunita davanti ai cancelli di via Primo Maggio per contestare le nuove turnazioni in vigore da oggi, con «carichi di lavoro maggiori per i lavoratori e più giornate lavorate nell’anno»

Un momento della manifestazione

di Francesca Pasquali

Protesta sotto la pioggia battente per i lavoratori della Residenza Dorica. Stamattina, poco dopo le 10, una rappresentanza dei dipendenti della struttura residenziale per anziani che fa parte del gruppo Kos si è riunita davanti ai cancelli di via Primo Maggio per contestare le nuove turnazioni in vigore da oggi, con «carichi di lavoro maggiori per i lavoratori e più giornate lavorate nell’anno», spiega Marco Paglialunga, segretario generale Fisascat Cisl Marche.
Il nuovo piano prevede che i turni siano ridotti di un’ora: da otto a sette. Le ore ‘d’avanzo’, sommate, formeranno altre giornate di lavoro. Nel complesso, «da sedici a ventidue turni in più l’anno», con altrettanti giorni di riposo che salteranno. Cambiamenti che, per Paglialunga, «aumentano sia i carichi di lavoro sia i costi che i lavoratori sostengono per potersi recare a lavoro».

La protesta sotto la pioggia battente

Gli ospiti della struttura al momento sono circa centoventi. Una settantina, tra infermieri e oss, i lavoratori che se ne prendono cura. Più una decina di dipendenti tra addetti alle pulizie e altro. In totale, circa ottanta persone sul piede di guerra, pronte a incrociare le braccia l’8 marzo, se l’azienda non tornerà sui suoi passi. «Chiediamo il ritiro del piano e la disponibilità a una negoziazione migliore rispetto al poco che erano disponibili a concedere. Una vera mediazione sulla conciliazione dei tempi di vita e lavoro e sulla qualità dell’assistenza sull’ospite», fa sapere il segretario della Filcams Cgil Ancona, Giorgio Paterna. Per il quale la nuova turnistica, «offrendo un tempo di assistenza minore sull’ospite, comporta un peggioramento della qualità del servizio». Perché, allora, questo nuovo assetto? «L’azienda – spiega Paterna – dice che è nella necessità di fare questo tipo di operazione, e non solo qui. Ma noi lo riteniamo scorretto sia nei confronti dei lavoratori che vedono peggiorare le condizioni di lavoro sia degli ospiti».

Eva Ricciardi nella Residenza Dorica fa l’oss. «Un lavoro – dice – che ti scegli, ma che ti deve piacere davvero. Che ti stanca fisicamente, ma anche mentalmente». Nel suo reparto ci sono 44 ospiti. Fino a ieri, a prendersene cura c’erano cinque oss e un’infermiera, su turni da otto ore. Da oggi, gli oss saranno quattro e i turni dureranno sette ore. «Il monte ore – spiega – resta invariato, come lo stipendio, fermo da più di dieci anni, ma è la qualità del lavoro che cambia, perché il carico per turno aumenta e dovremo venire più giorni a lavoro, con relative spese di viaggio». Ricciardi si appella all’azienda. A nome anche dei colleghi chiede «il ripristino dei riposi e che il carico di lavoro e il personale possano tornare quelli di prima». Dice che a risentire della nuova organizzazione, oltre ai lavoratori, saranno gli ospiti della struttura, «che vanno rispettati e che dovrebbero vivere dignitosamente fino alla fine». «Ci sentiamo sfruttati – conclude la oss – perché c’eravamo prima della pandemia, c’eravamo durante, senza mai tirarci indietro, e ci siamo oggi che siamo ‘angeli’ dimenticati».

La manifestazione in via Primo Maggio

 

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