di Antonio Bomba
Tabula rasa. Si ripartirà da zero o quasi. Oggi pomeriggio riprenderà il tavolo delle trattative per formare il cosiddetto terzo polo anconetano. La coalizione, formata in ordine sempre alfabetico da Altra Idea di Città, Europa Verde e Movimento 5 Stelle a cui manca sempre l’indispensabile pivot del candidato sindaco unitario per essere effettivamente tale e poter sfidare tutti uniti il centrosinistra di Ida Simonella e il centrodestra di Daniele Silvetti alle comunali del 14-15 maggio prossimi.
Come forse ricorderete il problema non è mai stato il programma comune in sé, dato che su quello l’intesa è stata trovata facilmente. Ma trovare una figura importante della società civile e che si riconosca nei valori della sinistra che vada bene a tutti quanti.
Ed è notizia fresca fresca che oggi le parti in causa proveranno a trovare un accordo sul nome dell’avvocato Andrea Nobili, già assessore alla cultura ai tempi della giunta Sturani e poi Ombudsman delle Marche. Nobili, ex Partito Democratico, alle ultime primarie del centrosinistra aveva fortemente sostenuto la candidatura dell’amico Carlo Pesaresi, uscito sconfitto dalla sfida con l’avversaria Simonella per soli 45 voti. Adesso le loro strade a quanto pare si separano visto che Pesaresi ha già annunciato che farà una lista a supporto dell’amica ritrovata Simonella, mentre l’avvocato ha preferito non seguire l’amico in questo progetto. Riuscirà questo nome a mettere d’accordo Aic, Ev e m5s e tutte le loro componenti interne e sbloccare una situazione chiaramente ferma al palo? Chissà. Il nome di Nobili era già stato fatto in misura quantomai informale settimane fa. Poi presero il campo quelli dei professori universitari Sauro Longhi e Antonio Di Stasi. Ma entrambi sono ‘caduti’ sotto i veti incrociati posti di volta in volta da parti dell’aspirante coalizione: Longhi da m5s e un’ala di Aic, Di Stasi per il no degli ex Verdi. Incontro dopo incontro, rinvio dopo rinvio, deadline dopo deadline, mercoledì scorso i vertici del partito ecologista per eccellenza avevano abbandonato il tavolo delle trattative quando l’ex rettore dell’Univpm Longhi aveva deciso di ritirare la propria disponibilità a rappresentare tutti.
Domenica Europa Verde, al proprio meeting cittadino, ha rinnovato interamente le proprie cariche dandosi una importante struttura organizzativa. All’assemblea è intervenuto anche Francesco Rubini, a testimoniare i buoni intenti e la voglia di trovare una soluzione che vada bene a tutti.
E adesso come detto all’inizio, tutti di nuovo seduti ad un tavolo, oggi pomeriggio, per trovare un’intesa e realizzare il sogno di andare tutti uniti al ballottaggio prima e vincere al secondo turno poi.
I vertici di tutti i partiti coinvolti ormai da settimane sono muti come dei pesci sulla vicenda e nulla si riesce a carpire, se non che oggi ognuno si presenterà riproponendo ufficialmente come candidato il proprio: Francesco Rubini per Aic; Roberto Rubegni per Ev e Andrea Vecchietti per il m5s. Da lì ognuno dovrà fare qualche significativo passo avanti per vedere di riuscire a trovare una convergenza su Nobili. O magari su qualche altro outsider fino al momento non uscito allo scoperto in nessuna forma o sostanza. Tutto è possibile. Anche che la coalizione proceda stornata di qualche suo protagonista per fare spazio ad altri movimenti civici.
E a tal proposito è da riportare, stando alle informazioni in nostro possesso, che il pericolo che i vertici del partito pentastellato non concedano il simbolo del m5s ai rappresentanti locali qualora non si presentino in coalizione è minimo e prossimo allo zero e non preoccupa per nulla i vertici locali del partito. Trattasi, diciamo così, di una pura formalità. Uno spauracchio riproposto a ogni tornata elettorale a cui poi non si è mai visto un effettivo seguito e che dunque non toglie il sonno a nessun dirigente del movimento creato da Grillo e Casaleggio. Anche perché, a ben ragionare, se qualche comportamento fosse mai stato preferito ad altri, Giuseppe Conte o qualche suo rappresentante lo avrebbe comunicato ai vertici locali prima, non dopo.
Detto questo nessuno dei tre partiti al momento appare intenzionato e tantomeno interessato ad entrare nella coalizione di centrosinistra, nemmeno ora che a capo del partito c’è una personalità che strizza l’occhio a sinistra come Elly Schlein. Chi per motivi programmatici, chi per motivi politici, chi addirittura di metodo.
Un problema di cui tenere conto, dovessero mai arrivare, qua sì, ordini perentori dall’alto adesso che molte cose stanno cambiando. Ma, fino a questo momento, siamo solo nel campo delle ipotesi.
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