di Francesca Pasquali
Dopo le ispezioni di inizio anno in Rsa, case di riposo e strutture sociosanitarie, i controlli dei Nas, adesso, si concentrano su ospedali e studi medici. Se n’è parlato stamattina in Consiglio regionale. Un’assise perlopiù a tema sanitario quella che si è aperta con un minuto di silenzio per le vittime della tragedia migratoria di Cutro. Quindici le interrogazioni per l’assessore Filippo Saltamartini, di cui due rinviate al prossimo Consiglio. Tra le discusse, quella dei consiglieri Pd Fabrizio Cesetti e Maurizio Mangialardi relativa alle ispezioni di inizio anno nelle strutture sanitarie e sociosanitarie marchigiane. Ventisette quelle controllate, di cui otto nell’Anconetano e altrettante nel Maceratese. In tredici, i carabinieri del Nas hanno riscontrato carenze igienico-sanitarie e inadeguatezze strutturali.
«All’esito dei controlli – ha spiegato Saltamartini rispondendo all’interrogazione – sono stati contestati illeciti amministrativi e rilevate violazioni di natura penale. Le strutture in questione sono state segnalate alle aziende sanitarie territoriali e al Dipartimento salute della Regione ed è scattato l’intervento del settore autorizzazione e accreditamento che ne ha disposto la verifica in loco da parte dei dipartimenti di prevenzione delle aziende territoriali competenti».
Per le strutture “miste”, cioè sociali e sociosanitarie, a occuparsi delle verifiche sono anche le commissioni di ambito territoriale sociale competenti. «I procedimenti sono ancora in corso. Al momento, non si segnalano revoche alle autorizzazioni», ha fatto sapere Saltamartini. Intanto, si diceva, le ispezioni dei Nas vanno avanti.
Se alcune strutture sono state colte in fallo, per Fabrizio Cesetti, in parte è colpa della giunta Acquaroli che non ha rimborsato a dovere gli enti gestori. A supporto della sua tesi, il consigliere dem cita una lettera del presidente degli enti gestori marchigiani che, a fine 2022, lamentava la penuria dei rimborsi: «11,7 milioni per l’anno in corso (2022), tre in meno dello scorso (2021), quando avevamo dimostrato che erano necessari attorno ai venti milioni. Se l’anno scorso abbiamo accettato 14 milioni, è perché c’era l’impegno per il 2023». Una situazione che, per Cesetti, è legata al passaggio dell’ex direttore del Dipartimento salute delle Marche, Armando Gozzini, alla guida dell’ospedale di Torrette, senza che sia stato nominato un sostituto a capo di un settore che «sovrintende l’organizzazione del servizio sanitario delle Marche». «Ci sono lettere dei direttori delle aree vaste, oggi commissari, – le parole del consigliere Pd – che lamentano l’assegnazione del budget, operano ancora con il budget provvisorio e non possono corrispondere quanto è loro dovuto agli enti gestori che si trovano nell’impossibilità di garantire talvolta condizioni di sicurezza e di tipo sanitario».
Si è parlato anche di aborto, stamattina. Il tema è arrivato in Consiglio con un’interrogazione a prima firma di Manuela Bora (Pd) relativa alla sospensione del servizio di interruzione volontaria di gravidanza nella casa di cura anconetana Villa Igea. «Nella nostra regione c’è piena attuazione della legge sull’interruzione volontaria della gravidanza che, nella provincia di Ancona, è garantita negli ospedali di Jesi, Senigallia e Fabriano», la replica di Saltamartini. Che ha spiegato come la sospensione del servizio nella struttura convenzionata sia dovuta a lavori nella casa di cura. «Per far fronte a nuove esigenze, c’è stata una riunione delle aziende sanitarie e si è prospettato l’intervento dell’ospedale di Torrette che garantirà le eventuali emergenze», ha fatto sapere l’assessore alla Sanità. Senza, però, specificare da quando.
In aula anche il reparto di Chirurgia dell’ospedale di Macerata con un’interrogazione con primo firmatario Romano Carancini (Pd). Tre le questioni sul tavolo: certificazione Eras, robot chirurgico e teledrin. La prima riguarda un protocollo europeo che, tra le altre cose, permette, quando possibile, di dimettere i pazienti in tempi più brevi rispetto a quelli attuali, facendo risparmiare il sistema sanitario. Saltamartini ha spiegato che «è in essere il percorso di accreditamento per la certificazione» e che «il tema è oggetto di un approfondimento, in quanto stiamo verificando i volumi della domanda di tutte le aziende sanitarie territoriali». Che è un po’ il filo conduttore che guiderà il nuovo piano sociosanitario: «riorganizzare il sistema in base alla domanda, per far sì che i livelli di produzione dei servizi siano congruenti con la domanda di ogni territorio».
Stesso discorso per il robot chirurgico che «deve rispondere al requisito dell’investimento, in relazione ai costi elevati, al numero di prestazioni che sarà necessario garantire e alle professionalità dei sanitari richiesti». In pratica, il gioco deve valere la candela. O, meglio, la spesa deve essere supportata dai numeri e dalla risorse umane. Quanto al teledrin, il cercapersone per la reperibilità dei medici, ancora in uso nella Chirurgia di Macerata, secondo l’assessore alla Sanità dovrebbe sparire a breve ed essere sostituito dai cellulari di servizio.
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