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Si invaghisce della collega di lavoro:
ammonito stalker 50enne

ANCONA - La donna, 30enne e sposata, si è dovuta rivolgere alla polizia

La donna si è rivolta alla polizia (Archivio)

Si era invaghito della nuova collaboratrice, appena 30enne e sposata, iniziando ad avere una condotta molesta nei suoi confronti pur di instaurare un rapporto affettivo che lei tentava in tutti i modi di respingere con chiarezza.
L’uomo, un 50enne italiano caposettore in un’azienda, nonostante ciò aveva però continuato costringendo la donna a doversi rivolgere alla polizia a seguito delle continue offese, appostamenti, email, messaggi telefonici, inviti e continue foto che le venivano fatte al lavoro.
Al termine dell’attività istruttoria, il questore Cesare Capocasa ha emesso il provvedimento dell’ammonimento, intimando allo stalker di interrompere ogni tipo di contatto e condotta lesiva nei confronti della donna e della sua famiglia.
La Divisione Anticrimine, diretta dal vice questore Marina Pepe, ricorda che la Polizia di Stato è da sempre presente accanto alle donne e che è possibile rompere la catena di interferenze, limitazioni della libertà individuale, angoscia psicologica, semplicemente chiedendo aiuto, prima che i comportamenti lesivi, giungano a risultati estremi.
L’ammonito, nel corso del colloquio effettuato negli uffici di via Gervasoni, è stato invitato a rivolgersi ai Centri di Recupero presenti sul territorio, che nello specifico per la provincia di Ancona si individua nella Polo9 Società Cooperativa Sociale, che è capofila e referente per i percorsi degli uomini maltrattanti o che hanno commesso condotte persecutorie, grazie al Protocollo Zeus firmato in questura il 29 novembre scorso.
I risultati prodotti dimostrano che gli interventi preventivi rivolti agli autori delle violenze sono complementari alle misure adottate a sostegno delle vittime.
«’Esserci sempre’ – ha detto Capocasa – è soprattutto intervenire prima che le situazioni degenerino. In un momento storico in cui la violenza di genere costituisce molto più che un’emergenza sociale è nostro preciso obbligo, come Polizia di Stato, tutelare le “Vittime vulnerabili”, che necessitano del nostro aiuto e la nostra presenza: donne, anziani e minori. Non voltiamoci dall’altra, ma tendiamo una mano a chi sappiamo, sentiamo o vediamo in difficoltà».

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