Le chiese e i beni culturali ecclesiastici beneficeranno del contributo professionale e del supporto tecnico dell’Ordine degli architetti. È stato infatti firmato oggi, presso la Curia arcivescovile di Ancona, un protocollo d’intesa tra l’Arcidiocesi di Ancona-Osimo e l’Ordine degli architetti pianificatori paesaggisti conservatori della Provincia di Ancona, per avviare un rapporto di collaborazione che promuoverà studi e ricerche, iniziative di carattere formativo e informativo, condivisione di competenze professionali, per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici.
A darne comunicazione è stata l’Arcidiocesi stessa. «Con la sottoscrizione del protocollo, – si legge nella nota ufficiale . le parti hanno concordato di avviare una collaborazione su alcuni temi: tutela del territorio e gestione del patrimonio, paesaggio ed edilizia, sisma, lavori pubblici, infrastrutture e logistica, assistenza in fase di emergenza Protezione civile, analisi speditiva ed esame visivo delle Chiese, digitalizzazione. La convenzione durerà quattro anni, a partire dal 14 marzo 2023. Per definire e sviluppare la collaborazione sarà attivata una cabina di regia congiunta che si riunirà periodicamente e saranno istituite varie commissioni sui temi sopra elencati. Le conoscenze e le competenze degli architetti potranno contribuire a indirizzare al meglio le energie e la progettualità che l’Arcidiocesi vorrà applicare e sviluppare nell’interesse della collettività».
«È importante oggi lavorare insieme – ha sottolineato mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo – più occhi vedono meglio. Per il monitoraggio del patrimonio dei beni culturali ecclesiastici servono diverse competenze tecniche e professionalità. La Chiesa ha ereditato tanti beni che devono essere conservati e valorizzati. Il sisma ha ferito tante chiese che necessitano interventi e ristrutturazioni. Ringrazio quindi l’Ordine degli Architetti per questa collaborazione». Anche la presidente dell’Ordine degli architetti Ppc della Provincia di Ancona, Viviana Caravaggi Vivian, ha sottolineato che «questo protocollo d’intesa è una grande opportunità per lavorare in sinergia e tutelare l’enorme patrimonio dei beni culturali dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo. Sanno istituite varie commissioni e organizzati momenti di formazione e informazione per i nostri iscritti. La collaborazione verrà declinata in vari ambiti e desideriamo dare il nostro contributo per gli interventi che riguarderanno le chiese danneggiate dal sisma».
Dopo il recente sisma del 9 novembre 2022, alcune chiese hanno subito numerosi danni e sono ancora chiuse. Il supporto e la professionalità dell’Ordine degli architetti saranno fondamentali per la progettazione, la programmazione e l’esecuzione delle opere. Sono attualmente chiuse, a causa del sisma, le seguenti chiese ad Ancona: Santi Pellegrino e Teresa (chiesa degli Scalzi), Santissimo Sacramento, Santa Maria (Posatora), Sacra Famiglia (Salesiani), Ghettarello. Anche la chiesa di Santa Maria della Piazza ha avuto dei danni, ma i lavori sono già iniziati ed è aperta alla cittadinanza e ai visitatori. Ad Osimo hanno subito danni la chiesa di San Marco che è chiusa e la Concattedrale di San Leopardo che invece è aperta. A Camerata Picena è chiusa la chiesa di San Rocco. Sono interdette ai fedeli anche le chiese di San Domenico e di San Francesco d’Assisi ad Ancona, che però non sono di proprietà dell’Arcidiocesi.
Come ha spiegato don Luca Bottegoni, direttore dell’Ufficio diocesano Beni Culturali
Ecclesiastici, al momento «non c’è stata ancora nessuna attenzione contributiva» e, quindi, l’Arcidiocesi è in attesa di finanziamenti che possano permettere l’esecuzione degli interventi nelle chiese danneggiate dal sisma. Don Luca ha anche espresso la sua soddisfazione «per questa collaborazione che ci permetterà di beneficiare della professionalità dell’Ordine degli architetti. Tra le altre cose, ci permetterà ad esempio di velocizzare i sopralluoghi in caso di altri eventi sismici, e di confrontarci sul riutilizzo delle chiese che non sono più adibite al culto».
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