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Le aree interne
mandano in tilt l’Assemblea:
scoppia la bagarre, seduta sospesa

CONSIGLIO REGIONALE - E' stata una mozione di Santarelli (Rinasci Marche) e Marinelli (Lega) a scatenare un'accesa polemica. A fronteggiarsi su tutti Carancini (Pd) e Ciccioli (FdI), tanto che il presidente Latini ha dovuto stoppare i lavori per una decina di minuti

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Dino Latini, presidente del Consiglio regionale

 

di Francesca Pasquali

Bagarre in aula e seduta sospesa per dieci minuti. Tensione, nel primo pomeriggio di oggi, in Consiglio regionale, quando, dopo numerosi richiami, il presidente Dino Latini ha interrotto i lavori. A far impennare i toni della discussione la mozione del consigliere di Rinasci Marche, Luca Santarelli, sulle aree interne, «un territorio su cui è necessario intervenire con rapidità ed efficacia, tenuto conto dell’età avanzata dei residenti, della contiguità con le aree terremotate e della distanza dai poli ospedalieri». Il testo, poi unito a quello del capogruppo della Lega, Renzo Marinelli, chiedeva di «riattivare l’impegno per dare piena attuazione ai provvedimenti in tempi brevi e inserire nel novero delle aree pilota Snai (Strategia nazionale aree interne) l’alta valle del Potenza». Le aree interne marchigiane formalmente riconosciute sono, infatti, tre: il Basso Appennino Pesarese e Anconetano, l’Alto Maceratese e l’Area del Piceno, «per un totale di 44 Comuni e più di 86mila abitanti».

Il tema ha riportato il dibattito a un mese e mezzo fa, allo scorso 31 gennaio, quando l’assise approvò gli incentivi per i sanitari delle aree del cratere. Quel giorno, l’aula bocciò la mozione del Partito Democratico che chiedeva di estendere il provvedimento alle aree interne marchigiane. La proposta di legge passò con i voti della maggioranza e con quello di Santarelli, «la quarta colonna della maggioranza», per Romano Carancini. «Se la strategia nazionale delle aree interne era così importante, perché Marinelli arriva all’improvviso per cercare di edulcorare e sovrapporre la mozione di Santarelli?», si chiede il consigliere dem.

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Romano Carancini

Per il quale, «questo dimostra la vostra assenza di programmazione. Delle aree interne ve ne siete fregati da quando siete arrivati». Da lì in poi è bagarre. Fuori microfono, Carlo Ciccioli dice qualcosa a voce alta. Poco prima, nel suo intervento, il capogruppo di Fratelli d’Italia se l’era presa con “chi c’era prima”. «Se ci sono problemi seri, è perché chi ha governato prima ha combinato un disastro», le sue parole. «L’opposizione è sempre più isolata e perde pezzi. È molto ringhiosa», aggiunge. «Ciccioli ci ha definiti ringhiosi. Lui è un bugiardo parolaio», la replica di Carancini. Poi, una serie di tentativi del presidente Latini di riportare la calma. Riprende Carancini: «La sanità di Ciccioli è la sanità che manda a monte illegittimamente un bando per il pronto soccorso di Ospedali Riuniti, senza avere una motivazione. La sanità che, dopo due anni e mezzo, è riuscita a fare una riforma sul modello organizzativo e, oggi, a quattro mesi, ha ancora in campo i commissari». Il consigliere dem si interrompe più volte. In sottofondo, alla voce di Ciccioli, si unisce quella di altri consiglieri. Il brusio aumenta. «La sovrapposizione significa che non c’è spazio per la democrazia. È una cosa sconveniente. Significa che, di fronte a un richiamo di un presidente del Consiglio, non vi è la natura e l’attenzione dovuta», dice Latini. Poi, l’ultimo avvertimento: o vi calmate o sospendo la seduta. Buio. Il dibattito riprende dopo dieci minuti. Carancini riparte da dove si era interrotto. «La programmazione sulle aree interne non si fa con mozioni di una paginetta. È la misura politica della capacità di programmazione di questo governo regionale», dice. Si vota. La mozione passa a maggioranza.

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Carlo Ciccioli

Quello appena riferito non è stato l’unico battibecco di un Consiglio regionale particolarmente infuocato. In mattinata, si erano fronteggiate anche le consigliere Anna Casini e Lindita Elezi. La prima, intervenendo su una mozione dei consiglieri Latini e Rossi per modificare i requisiti delle comunità alloggio per anziani, è tornata a battere i bugni sulla situazione sanitaria nel Piceno. «Screening per la mammella e per il collo dell’utero bloccati da dicembre, checché ne dica chi scrive le relazioni all’assessore (Saltamartini). Se questo non è vero, l’assessore mi può denunciare. Gli ho anche girato dei vocali di donne che avevano chiamato per lamentare il fatto che si risponde “andate dal privato”», ha detto la consigliera dem. «La lettera per lo screening a casa mia è arrivata. Ho parlato con il personale sanitario. Dicono che arriva sempre, per lo meno nel mio territorio, ma che capita che tante volte le donne non si presentano», è intervenuta la consigliera della Lega, Lindita Elezi. «È un’offesa – ha aggiunto – per il personale sanitario che tutti i giorni lavora con grande professionalità. Non discuto che c’è da migliorare, ma non si può offendere il personale che tutti i giorni sta sul campo, lavorando». Dura la replica di Casini: «Non partono le lettere e non si fanno i vetrini. Sfido chiunque a dimostrami il contrario. Non si può permettere di dire che offendo il personale. Io, qui, lo difendo perché il personale si è lamentato che non è stato messo in condizione di poter seguire le donne». A onor di cronaca, la mozione che chiedeva di far dotare le comunità alloggio per anziani autosufficienti di due posti letto in più rispetto ai sei attualmente previsti è passata a maggioranza. Ok del Consiglio, stavolta unanime, anche per la risoluzione per portare avanti il progetto delle pietre d’inciampo e mantenere viva la memoria storica della Shoah.

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