di Antonio Bomba
Avrà luogo domani l’assemblea dell’Ata Rifiuti da tempo convocata e avente come tema di discussione la società consortile Corum come unico gestore dell’intero processo integrato per tutta la provincia di Ancona.
Una riunione che ha assunto ancora più interesse e importanza dopo il parere contrario espresso dalla corte dei Conti in merito alla formazione della NewCo che, stando ai giudici.
Come già dichiarato ieri dai sindaci capofila della proposta società consortile Lorenzo Fiordelmondo, Valeria Mancinelli e Simone Pugnaloni: «Il Progetto Corum andrà avanti essendo stato accettato e deliberato dalla stragrande maggioranza dei comuni della Provincia, tenendo ovviamente conto delle osservazioni della Cdc».
Ci sarà pertanto da decidere come meglio illustrare i vantaggi economici per i cittadini e le casse dei vari comuni, così come far meglio presente che la scelta di individuare un gestore unico è stata migliore rispetto a quella di rivolgersi al mercato. Sono questi infatti alcuni dei punti evidenziati dalla corte dei Conti come ragioni al ‘no’. Sul banco di discussione andranno anche le proroghe che ogni comune dovrà fare alle società attualmente operanti, visto che giocoforza l’entrata in scena della Corum slitta minimo di qualche mese. Ad Ancona ad esempio il contratto con Ancona Ambiente scade il 31 marzo.
E ricordato anche che al Tar pendono due ricorsi presentati dalle società Rieco e Marche Servizi, le cui udienze non sono ancora state fissate, non si placano le polemiche e le accuse da parte di chi sin da subito ha contestato tutta questa operazione.
«Anche la corte dei Conti boccia l’amministrazione di Ancona – è il commento di Antonella Andreoli, coordinatrice ad Ancona della Lega – Bocciata sonoramente la delibera sul gestore unico dei rifiuti proposta al Consiglio comunale di Ancona e votata favorevolmente dalla maggioranza. La decisione che fa chiarezza sulla sussistenza di numerosi profili di criticità della deliberazione del consiglio comunale di Ancona del 30 gennaio 2023 dichiarandola non conforme in quanto carente di numerosi elementi. Emergono con evidenza le gravi carenze ed omissioni di contenuto della delibera che, così come formulata, in maniera molto approssimativa, non poteva che essere a rischio bocciatura da parte della Corte dei Conti, e così è stato. Una operazione di stampo elettorale – è il parere della capogruppo leghista in consiglio comunale – presentata in fretta e furia al Consiglio prima della fine del mandato della sindaca, attraverso una deliberazione consiliare gravemente carente e di cui la corte dei Conti ne ha deliberato la non conformità del procedimento consiliare del Comune di Ancona relativo alla vicenda ATA».
«Riteniamo grave – prosegue sempre Andreoli – pertanto che sia stata presentata al consiglio Comunale una delibera monca, approssimativa, carente, priva degli elementi base per una corretta e compiuta valutazione e quindi a forte rischio bocciatura da parte della corte dei Conti e della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Ricordiamo che il 31 marzo scadrà il contratto di affidamento del servizio di igiene urbana ad Anconambiente e che dal 2015 ad oggi l’Amministrazione comunale non è stata in grado neppure di sottoporre al Consiglio Comunale una delibera compiuta. Cosa succederà ora?».
«Oggi la Corte dei Conti, ieri il Consiglio di Stato e prima ancora il Tar. C’è bisogno di altro – è invece il commento dell’assessore all’urbanistica di Falconara Clemente Rossi che fa riferimento anche ai precedenti tentativi voluti dalle giunte di centrosinistra di avere un gestore unico dei rifiuti – per decretare la grande capacità delle amministrazioni targate Pd di sperperare allegramente risorse pubbliche a proprio uso e consumo? L’ennesima cantonata presa da Ata Rifiuti e dai sindaci dem, la dorica Mancinelli in testa, che da 10 anni ci raccontano la storia del gestore unico del servizio rifiuti da affidare a un’azienda pubblica senza gara d’appalto. Una telenovela che sembra non finire date le dichiarazioni del giorno dopo tese a minimizzare l’ultima bocciatura arrivata in ordine di tempo, quella della Corte dei Conti che ha evidenziato tutte le lacune di quella che è a tutti gli effetti una navigazione a vista. Solo per quanto riguarda Falconara, – illustra ancora il suo punto di vista l’assessore – ai nostri cittadini è stato di fatto impedito di poter contare su un servizio più efficiente ed economico. Come? Bloccando tutte le potenziali gare d’appalto siamo stati costretti ad agire di proroga in proroga alle stesse tariffe, altissime, stabilite dalle amministrazioni che ci hanno preceduto. Non è il solito modo di dire. Dopo un contratto capestro decennale, avremmo potuto avviare un gara d’appalto nel 2017. Avremmo potuto migliorare il servizio e abbassare le tariffe. Siamo stati bloccati dal piano maldestro del centrosinistra e ci è stato impedito anche di indire gare ponte in attesa di arrivare a un gestore unico che comunque abbiamo sempre ritenuto ottimale per il bacino provinciale. Cosa cambia ora? Noi, Senigallia, Monte San Vito e pochi altri continueremo a batterci. Jesi, dopo l’errore politico di Bacci nella conduzione della campagna elettorale 2022, con il nuovo sindaco Pd ha ovviamente abbracciato le intenzioni della ‘Ditta’. Idem, Fabriano. Loro insisteranno. Noi continueremo a denunciarlo e, per quel che ci riguarda, ci opporremo in tutte le sedi alla realizzazione, prevista, di una discarica dell’umido alle porte di Castelferretti. Soprattutto, visti i risultati, continueremo a chiedere un commissariamento dell’attuale management dell’Ata Rifiuti di Ancona».
«Dalla sentenza della Corte dei Conti – dice la sua anche Massimo Bacci, ex sindaco di Jesi e oggi all’opposizione con la lista Jesiamo – sulla bocciatura della nuova società per l’affidamento della gestione rifiuti della Provincia, appalto da 1 miliardo e 500 milioni di euro: deliberazioni consiliari senza argomentazioni sulla sostenibilità finanziaria dell’operazione; nulla viene detto sugli aspetti patrimoniali-finanziari delle singole amministrazioni e dei relativi impatti sui bilanci comunali; nessun cenno sui possibili aspetti finanziari dei bilanci comunali relativo agli aspetti di gestione della tariffa; piano economico finanziario basato su ipotesi, senza riscontro circa la convenienza economica dell’operazione. E l’amministrazione comunale vuole andare ancora avanti. Il sindaco Fiordelmondo dica quanti soldi pubblici sono stati finora spesi».
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