di Antonio Bomba
Quale futuro per gli spazi dell’Inrca di via della Montagnola dopo il trasferimento dell’ospedale Geriatrico nella nuova sede di Ancona sud? Ieri pomeriggio Ida Simonella, candidata sindaca per il centrosinistra alle elezioni comunali di Ancona del 14 e 15 maggio prossimi, ha offerto la propria visione nell’incontro tenuto nella sala di Spazio Presente ad Ancona, in via Buoncompagno, coadiuvata dagli esperti del settore Claudio Maria Maffei e Franco Pesaresi.
Come detto i tre hanno spiegato ai presenti le proprie prospettive per l’attuale Inrca con un documento elaborato assieme ad altre personalità della sanità locale e dopo aver sentito il parere di Cgil, Cisl e Uil.
«La programmazione sanitaria – ha affermato Ida Simonella – non dipende dal Comune, ma candidandomi alla guida di questa città ho la responsabilità ad affrontare un tema sentito come quello dell’assistenza e della cura degli anziani. Un tema urgente che riguarda un quarto della nostra popolazione. Nel 2025 è prevista l’apertura del nuovo ospedale di Ancona sud che sarà anche ospedale di rete. Un’occasione importante perché si tratterà di una struttura di ultima generazione. Ma è urgente intervenire perché si apre un problema di presidio ospedaliero in città ed anche per evitare che gli immobili della Montagnola diventino una scatola vuota. Oggi è il momento per costruire un destino per questo spazio e su questo vogliamo un impegno preciso da parte di tutti gli attori della partita».
Cinque i progetti da sviluppare all’interno degli spazi della Montagnola, una volta che il presidio ospedaliero sarà trasferito, illustrati da Franco Pesaresi: servizi ambulatoriali, ospedale di comunità, Centro diurno Alzheimer, alloggi assistiti ed altre attività legate all’Inrca anche nel suo ruolo di Istituto di ricerca. «Non sono progetti alternativi, ma da realizzare tutti all’interno delle strutture esistenti – ha sottolineato Pesaresi –. Una proposta sostenibile perché effettivamente realizzabile in tempi brevi».
Tra i punti pertanto figurano: realizzare in via della Montagnola un poliambulatorio specialistico ad orientamento geriatrico, con tutte le discipline relative alle malattie più diffuse, ma anche radiologia e punto prelievi per le analisi, garantendo la presenza degli specialisti ospedalieri dell’Inrca, quindi con un collegamento strettissimo e diretto con i servizi ospedalieri. Il tutto in un’ottica proattiva: non si attende cioè che il malato chieda aiuto, ma il medico individua possibili bisogni ed eventuali fattori di rischio per la salute e interviene pianificando con il paziente le azioni più opportune a tutela della salute.
Ospedale di comunità: ovvero struttura sanitaria di ricovero extra- ospedaliero che svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero, con la finalità di evitare ricoveri impropri o di favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio. Già l’Inrca gestisce un ospedale di comunità di 30 posti letto che, per mancanza di spazi, è collocato, in affitto, negli spazi messi a disposizione dalla struttura privata ‘Residenza Dorica’ alla Baraccola di Ancona da ricollocare nella struttura della Montagnola.
Centro diurno Alzheimer: Anche in questo caso si tratterebbe di un’ottimizzazione e di un ampliamento di un servizio già esistente. Il Centro attualmente si trova a villa Gusso in via Santa Margherita e a causa degli spazi ridotti accoglie 13 anziani anche se la struttura è autorizzata per ospitarne 20. All’attuale sede Inrca si potrebbe arrivare alla massima capacità.
Alloggi assistiti ovvero alternative alle strutture residenziali per anziani: Rsa, residenze protette e case di riposo che si avvicinino il più possibile alle case di civile abitazione ma in condizioni di maggiore protezione e sicurezza. «Il che significa – ha precisato Pesaresi – mantenere la qualità della vita dell’invecchiare in un ambiente proprio che si è scelto e dove si mantiene il massimo della libertà, della privacy e dell’autonomia». Si pensa ad esempio a mini appartamenti dotati di apparecchiature domotiche dove gli anziani possono vivere in autonomia da soli o in coppia grazie ad una serie di servizi che vengono forniti loro. Un altro modello può prevedere un piccolo nucleo non familiare che vive con qualche aiuto in un’abitazione normale. Può essere sperimentato anche il modello per gli anziani non autosufficienti privi del sostegno intrafamiliare prevedendo un piccolo gruppo di mini appartamenti, con grande attenzione alla privacy, dove un piccolo nucleo di assistenti dedicati può seguire 6 mini appartamenti collocati lungo un corridoio.
Non ultimo, la riorganizzazione degli spazi della Montagnola potrebbe favorire la ricollocazione di molte delle attività già svolte dall’Istituto e distribuite in varie sedi.
Claudio Maria Maffei ha invece ripercorso il compito dell’Inrca come istituto di ricerca per poi affermare che «La struttura della Montagnola è vitale anche per l’assistenza ospedaliera di Ancona – ha sottolineato Maffei –. Ricordiamo che alla Montagnola è garantita anche l’accettazione geriatrica urgente. È dunque fondamentale il miglior utilizzo possibile degli immobili della Montagnola per non lasciare un buco assistenziale. E ricordiamo che una città adatta agli anziani è una città adatta a tutti».
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