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«Insieme contro le discriminazioni
verso i minori migranti Lgbtqi+»

PROTOCOLLO "Progetto Feeling" siglato stamattina da Cgil, Arcigay, Agedo Marche e On the road: «Avremmo bisogno delle istituzioni per rimuovere gli ostacoli che impediscono alle persone di realizzarsi pienamente. Stiamo assistendo a una sorta di regressione culturale generale che va fermata»

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La firma del protocollo

di Francesca Pasquali

Combattere la discriminazione verso i minori migranti Lgbtqi+ attraverso la formazione professionale degli operatori del pubblico e del privato. È l’obiettivo del protocollo “Progetto Feeling”, siglato stamattina da Cgil Marche, Cgil nuovi diritti Marche, Arcigay “Agorà” Pesaro, Arcigay “Comunitas” Ancona, Agedo (Associazione genitori di omosessuali) Marche e Società Cooperativa sociale On the road. Un protocollo che «resta aperto ad associazioni, enti, Comuni e alla Regione che, se vorrà aderire, ci farà molto piacere», dice Cinzia Massetti, responsabile dell’Ufficio nuovi diritti Cgil Marche. È la prima volta che nella nostra regione viene sottoscritto un simile accordo che mira a contrastare la cosiddetta discriminazione multipla. In questo caso relativa alla provenienza etnica e all’orientamento sessuale.

protocollo-cgil-lgbtqi3-325x183«A livello nazionale si riconosce un’escalation di violenza intersezionale. A livello locale abbiamo già riscontrato alcuni casi. Avremmo bisogno delle istituzioni per rimuovere gli ostacoli che impediscono alle persone di realizzarsi pienamente», spiega Massetti. Il protocollo siglato stamattina vuole «dare una cassetta degli attrezzi su queste tematiche, a partire dal linguaggio adeguato da usare», aggiunge. Dati ufficiali, al momento, non ce ne sono. C’è solo – fa sapere la sindacalista – un’indagine dell’Istat sulla violenza sui luoghi di lavoro, dalla quale emerge che «sei persone Lgbtqi+ su dieci hanno subito microaggressioni o vere e proprie violenze nell’arco della propria vita lavorativa». Per aver il polso della situazione, è stato creato un osservatorio nazionale. Il progetto è nato nel 2021. Per capofila ha la Fondazione Di Vittorio della Cgil, l’Università “La Sapienza” e l’Università di Bari. L’Ordine nazionale degli Assistenti sociali è stato tra i primi ad aver aderito. Un documento corale, si diceva, propedeutico alle «prime collaborazioni» e a «mettere insieme prassi che possano dare ascolto, supporto e accoglienza adeguata», spiega Laura Gaspari, referente Area violenza di genere di On the road.

protocollo-cgil-lgbtqi4-325x183A ottobre, la cooperativa sociale di San Benedetto del Tronto ha aperto uno sportello contro le discriminazioni. «Le richieste che arrivano dal territorio – fa sapere Gaspari – non sono solo straniere, ma anche italiane. Due i minori extracomunitari che, finora, si sono rivolti allo sportello e che «stanno portando un disagio e malessere rispetto al proprio orientamento sessuale». I minori aiutati dall’Arcigay “Comunitas” di Ancona, per prima cosa, vorrebbero imparare a capire e a farsi capire. «È il primo passo per l’integrazione», dice il segretario generale, Matteo Marchegiani. Per il quale «le risposte esistenti non sono del tutto efficaci». «Continuiamo la nostra rivoluzione gentile, ma lo facciamo lavorando nel qui e ora, perché ci sono persone che non possono permettersi di aspettare che si attui il cambiamento culturale che vogliamo e hanno bisogno adesso. Ma sui diritti umani non arretriamo di un passo», aggiunge Giacomo Galeotti, presidente dell’Arcigay “Agorà” di Pesaro e Urbino.

protocollo-cgil-lgbtqi1-325x183Minori migranti Lgbtqi+, ma non solo. A dover essere difesi – spiegano i firmatari del protocollo – sono anche i diritti dei bambini delle famiglie omogenitoriali, «rispetto ai quali questo governo è sordo e cieco». «Vorremmo che si parlasse di famiglie felici e le famiglie sono felici quando hanno gli stessi diritti di tutti. Si dovrebbero occupare di questo e non di fare campagna elettorale sulla pelle dei bambini», dice Massetti. Le fa eco Loredana Longhin, della segreteria della Cgil Marche, con delega a Pari opportunità, Politiche di genere e Associazionismo: «Abbiamo un governo nazionale di destra, che basa la propria politica su discriminazione e disuguaglianza. La stessa cosa abbiamo in Regione, dove la sanità è un disastro. Stiamo assistendo a una sorta di regressione culturale generale che va fermata e che riguarda tutte le persone più deboli».

 

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