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Fischi e urla a Mario Adinolfi,
ospite a Jesi per presentare
il suo libro ‘Contro l’aborto’

PROTESTE - Per la presenta di un gruppo di manifestanti, il leader fondatore del Popolo della Famiglia ieri pomeriggio è stato protetto da un cordone di forze di polizia all'uscita della chiesa di San Nicolò dove era organizzato l'incontro pubblico. «Sono l’unico scrittore italiano che può presentare i suoi volumi solo se c’è la scorta. Il Pd si vergogni»

Mario Adinolfi scortato dalla forze di polizia davanti ai manifestanti (fermo immagine del video postato su Fb dallo stesso fondatore del Popolo della Famiglia)

 

Ieri pomeriggio, 15 aprile, a Jesi, nella chiesa di San Nicolò, Mario Adinolfi ha presentato il suo ultimo libro “Contro l’aborto Con le 17 regole per vivere felici”. La presentazione è stata molto partecipata. «All’esterno della chiesa una cinquantina di dimostranti provenienti, a quanto pare, da centri sociali di fuori Jesi,  hanno inscenato una manifestazione contro l’iniziativa con urla, insulti, fischi  e frastuono mandato a tutto volume con amplificatori  per impedirne lo svolgimento.- fa sapere una nota del Popolo della Famiglia Marche – Si è reso necessario, a causa dei manifestanti, un notevole spiegamento di carabinieri e polizia, per evitare che le proteste già violente dal punto di vista sonoro, si trasformassero in qualcosa di peggio.

I manifestanti

«Una consigliera regionale del Pd addita la presentazione di un libro e il suo autore. Come risultato ottiene che frange violente hanno tentato di impedirla, prendendo di mira lo scrittore che ancora una volta ha potuto parlare e anche solo camminare a Jesi solo grazie alla scorta di polizia e carabinieri. – commenta nel comunicato  Mario Adinolfi – Sono l’unico scrittore italiano che può presentare i suoi libri solo se c’è la scorta. Chiediamoci perché. E il Pd si vergogni. La foto della chiesa di San Nicolò circondata da polizia e carabinieri per far svolgere la presentazione di un libro entra, grazie alla consigliera, nella triste storia totalitaria della sinistra italiana».

Aggiunge Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale del Popolo della Famiglia come ci sia «da chiedersi perché poche persone contrarie all’aborto, quelle che gli avversari politici chiamano: “dello zero virgola”, quelle che,  secondo gli stessi, sono irrilevanti nella politica italiana, fanno tanto paura? Se non contiamo nulla, qual è il motivo di tanta violenza?   Quella verbale  è e resta comunque violenza. Se si offende qualcuno, che sia una donna,  un omosessuale, un  immigrato  o, come in questo caso, un giornalista scrittore impegnato politicamente, si commette un atto violento. Il fatto che sia   psicologico non ne diminuisce la gravità. Oltretutto erano presenti persone a viso coperto. Chi si copre il viso non vuole limitarsi a insultare. Forse il motivo è la paura che sia resa  evidente la verità? Che la logica, a cui non riescono ad opporre null’altro che grida, fischi ed insulti, sia dimostrata? Qual è la differenza tra il loro voler mettere a tacere una voce contraria al loro pensiero e la censura al libero pensiero effettuata dal  regime fascista? La risposta è semplice: nessuna! Ieri siamo stati spettatori di comportamenti fascisti e anticostituzionali, volti a intimidire, oltre che a censurare, un pensiero diverso, scomodo (per loro)». «La risposta a questi individui è una sola – conclude nella nota Sebastianelli – non ci faremo intimidire dalle vostre minacce e dai vostri insulti. Continueremo a difendere i più deboli. I bambini, gli anziani, i disabili. Quelli che non hanno la possibilità di protestare o di difendersi dalle vostre ingiustizie».

 

 

«Aborto, l’appuntamento con Adinolfi, non è una presentazione di un libro ma un’iniziativa politica»

Mario Adinolfi presenta il suo ultimo libro ‘Contro l’aborto’

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