di Francesca Pasquali
Il tratto da evitare è quello a nord della foce del fiume Musone, nel Comune di Numana. Per l’Arpam, che ne ha classificato la qualità dell’acqua come “scarsa”, deve «essere precluso ai fini balneari, con il divieto permanente di balneazione per tutela igienico sanitaria dei bagnanti» per tutta la stagione balneare 2023. Lì, niente bagno estivo, insomma. Malino, per un centinaio di metri, anche il tratto a sud del Musone, trecento metri a nord della foce del Potenza, a Porto Recanati, trecento metri a sud della foce del Musone, sempre a Porto Recanati, e Porta Cartara, ad Ascoli Piceno. La qualità dell’acqua dei quattro tratti è stata qualificata come “sufficiente”.
In vista dell’apertura della stagione balneare (mare e laghi), che nelle Marche partirà il 29 aprile e si chiuderà il 17 settembre, (per i fiumi si va dal 24 giugno al 3 settembre), sono stati diffusi gli esiti dei monitoraggi dell’anno scorso. Quelli di quest’anno sono in corso. La normativa (decreto legislativo 116 del 2008) stabilisce, infatti, che i controlli vadano eseguiti nei quindici giorni precedenti l’avvio della stagione balneare e che debbano riguardare tutte le acque di balneazione. Nelle Marche, parliamo di 254 tratti. Per ogni acqua di balneazione «deve essere prelevato almeno un campione preventivo per la verifica della conformità della qualità delle acque balneari». Dei controlli si occupa l’Arpam. La stessa legge prevede, in caso di necessità, l’adozione da parte dei Comuni di «misure di gestione per la salvaguardia della salute pubblica».
In attesa dei risultati dei controlli aggiornati, sulla scia di quelli del 2022, la Regione ha stabilito le zone di balneazione per la stagione ormai alle porte. Via libera per i trecento metri a sud della foce del Potenza, a Porto Recanati, per i 400 metri a nord, i 350 e i 450 metri a sud dello stesso fiume, sempre in territorio di Porto Recanati, per i 400 metri a nord del Chienti, a Civitanova Marche, nella zona davanti al fosso Fonteserpe, a Porto Sant’Elpidio, per i 500 metri a sud della foce del Chienti, sempre a Porto Sant’Elpidio e davanti allo stabilimento Riva Verde a Caldarola, dove la qualità dell’acqua è stata classificata come “buona”.
Ma soprattutto negli altri 241 tratti, dove l’acqua è stata classificata come “eccellente”. Sotto indagine dell’Arpam anche le alghe. Trentatré i punti di campionamento individuati: nove in provincia di Pesaro e Urbino, sei nell’Anconetano, nove nel Maceratese, sei nel Fermano, tre nell’Ascolano. Più otto per i laghi: due a Caldarola, uno a Serrapetrona, due a Fiastra, tre a Cingoli. Previsto anche il campionamento dell’ “Ostreopsis ovata”, una microalga tipica dei climi caldi e tropicali, articolato in nove zone: viale Vaccai a Pesaro, ascensori del Passetto, Pietralacroce e Portonovo nell’Anconetano, Spiaggia Urbani a Sirolo, Numana Alta, 200 metri a nord dello scarico di Fumella a Porto Recanati, 300 metri a nord della centrale Enel di Pedaso e 1.500 metri a nord del fiume Tesino a Grottammare. Otto, infine, le stazioni per il controllo dei cianobatteri: gli invasi Borgiano a Caldarola (due) e a Serrapetrona (uno) il Fiastrone a Fiastra (due) e il Castreccioni a Cingoli (tre).
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