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«Centri estivi, va garantita la frequenza
anche ai minori con disabilità»

INCLUSIONE - Otto associazioni hanno scritto ai Comuni delle Marche chiedendo di evitare condotte discriminatorie e hanno invitato la Regione ad adoperarsi per sostenere le spese degli enti locali per le attività ludiche che offrano a tutti i bambini le stesse opportunità

foto d’archivio

 

Con una  lettera inviata ai Comuni marchigiani, otto associazioni hanno posto all’attenzione il tema della frequenza dei centri estivi da parte dei minori con disabilità. Nella missiva firmata da Antonella Foglia di Angsa Marche,Enzo Baldassini di Centro H, Ancona, Laura Trucchia del Coordinamento Genitori Democratici di Ancona, Giorgia Sordoni della Cooperativa Papa Giovanni XXIII di Ancona,  Mileno Manzetti di Esse Pi Emme di Jesi, Gloria Gagliardini del Gruppo Solidarietà di Moie di Maiolati,Daniele Owen di LiberInsieme Jesi, e Simone Giangiacomi di Uildm di Ancona, le associazioni segnalano come con la fine dell’anno scolastico per molte famiglie con figli con disabilità si pone il problema dell’accesso alle opportunità ludico ricreative (centri estivi, colonie marine…).

«In molti Comuni – scrivono le associazioni – vengono realizzati Centri estivi o attività ludico ricreative (pubblici o privati) destinati ai minori fino a 12 anni di età. Le famiglie con minori con disabilità non sempre trovano accesso come gli altri a queste opportunità territoriali, per i seguenti motivi: al momento dell’iscrizione, viene richiesto che il bambino/a sia accompagnato da un proprio educatore pena l’impossibilità di iscrizione per inidoneità degli spazi e di personale nel rispondere alle esigenze connesse alla condizione di disabilità. Si può verificare che l’ente gestore accetti l’iscrizione del bambino disabile affiancandolo a un animatore/educatore interno ma, in questo caso, con la richiesta di una maggiorazione della quota di iscrizione. Contemporaneamente, alcune famiglie possono trovarsi senza il supporto del servizio di assistenza domiciliare o averlo ma con un orario settimanale non sufficiente alla piena frequenza dei centri estivi. In questi casi subentrano altre problematiche: le famiglie possono ricorrere al servizio educativo privato (sostenendo altissimi costi orari); ci si accorda con il Centro estivo per una frequenza settimanale parziale, oppure si rinuncia con la conseguenza, in alcuni casi, di dover chiedere l’aspettativa dal lavoro».

 

A fronte delle difficoltà che le famiglie si trovano a sostenere, secondo le associazioni la via più semplice «potrebbe apparire quella di aderire a proposte di enti privati che allestiscono centri estivi per disabili. Gli stessi bambini che fino a pochi giorni prima frequentavano la scuola di tutti dovrebbero accedere, come i loro compagni, ai centri estivi di tutti». Le associazioni ritengono, pertanto, necessario «che vengano promosse attività inclusive evitando condotte discriminatorie, sanzionabili ai sensi della legge 67/2006Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazionicome nel caso in cui vengono richiesti costi aggiuntivi per l’accoglienza del minore con disabilità». Nella nota si chiede, infine, ai Comuni  di «informare gli enti gestori dei Centri estivi/colonie marine affinché venga garantito l’accesso e la frequenza ai minori con disabilità al pari di tutti gli altri bambini. Allo stesso modo le Unità multidisciplinari (pubbliche e private) valutino le singole situazioni per evitare, in maniera automatica, l’affiancamento per tutto il tempo di frequenza di un educatore al minore con disabilità. Nel caso in cui invece tale rapporto si ritenga indispensabile è necessario che i Comuni lo garantiscano per tutta la durata del Centro estivo». La lettera si conclude con la richiesta alla Regione Marche di adoperarsi per sostenere le spese di Comuni volte a garantire attività ludiche inclusive.

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