di Francesca Pasquali (Foto di Giusy Marinelli)
L’incontro del ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, con gli operatori del settore, di fatto, si è trasformato in un comizio elettorale di e per Daniele Silvetti. Il che non stupisce, visto che l’evento di questa sera alla Fiera della Pesca di Ancona era organizzato da Fratelli d’Italia. E di esponenti a vario livello del partito di Giorgia Meloni erano piene le prime file della sala gremita.
Così, il fatto che il candidato sindaco del centrodestra sia anche il presidente dell’ente Parco del Conero è stato un po’ l’espediente narrativo dell’incontro. E l’occasione per lanciare appuntite stilettate all’amministrazione Mancinelli e a chi ne vorrebbero raccogliere l’eredità.
«Bisogna disinnescare un sistema fatto di persone che da 31 anni gestiscono Ancona. C’è in ballo il futuro della città, che è capoluogo di regione solo formalmente», ha esordito Silvetti. Per il quale «oggi non si sta contrapponendo una parte politica a un’altra» e «non è neanche il giochino tra continuità e discontinuità», ma c’è «la grande opportunità di liberarsi di un sistema e di quella concezione di figli di un dio minore e della sindrome della città anonima, senza nome, che si deve parametrare alle altre, quando può pretendere molto di più».
Un po’ in veste di candidato un po’ in quella di presidente, Silvetti ha dato la sua ricetta per risollevare le sorti del Parco del Conero: «mettere in equilibrio la tutela ambientale e la valorizzazione del territorio», adottando la variante al piano del parco, alla quale «il Comune non si è voluto adeguare, applicando misure ancora più restrittive». «Una delle prime proposte che faremo – ha spiegato – è adeguarci a un piano già vecchio, ma unico, per valorizzare il comparto agricolo e così il comparto turistico».
Silvetti ha raccolto l’endorsement del gotha meloniano. A partire dal ministro Lollobrigida. Che il candidato sindaco l’ha conosciuto a Bologna, ai tempi dell’università, e che definisce «una persona di grande spessore, dalle grandi qualità, che guida una coalizione ampia», mentre «dall’altra parte c’è una sinistra divisa che credo abbia fatto ad Ancona, forse, in una fase anche bene, ma che negli ultimi anni è stata meno all’altezza delle possibilità che ha questa città, che è strategica».
Passato contro futuro il leitmotiv degli interventi. La seconda bordata all’amministrazione Mancinelli arriva da Galeazzo Bignami, per il quale «sta ad Ancona e agli anconetani decidere se salire sul treno del cambiamento per rinnovare l’Italia fino in fondo». «Era comodo tenere questo territorio emarginato rispetto ad altre regioni, portandolo a un lento, inesorabile e deliberato declino, ma oggi siamo al bivio di dare prospettiva, futuro e costruzione prospettica a una regione», ha detto il viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile.
Da Roma è arrivata anche la senatrice Elena Leonardi, per la quale dopo la Regione, due anni e mezzo fa, e il governo centrale, lo scorso settembre, «la filiera va completata con la città di Ancona». «Serve un cambio di passo e nuova dignità e Silvetti è la persona giusta per guidare la città, per rendere Ancona un capoluogo di regione», le parole di Leonardi.
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