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L’arcivescovo Angelo Spina:
«Davanti ai poveri non possiamo
rimanere “laici indifferenti”»

NEL MESSAGGIO in occasione della festa di San Ciriaco il presule si è rivolto anche alla politica che «nasce dalla città, dalla polis, dalla passione concreta per il vivere insieme garantendo diritti e rispettando doveri. Ci sia l’impegno di tutti a promuovere una ecologia ambientale: custodiamo il nostro mare»

L’arcivescovo Angelo Spina

 

 

Domani, 4 maggio, si celebra San Ciriaco, patrono di Ancona. Gli appuntamenti religiosi prevedono alle ore 8 la messa nella cripta del santo, presieduta dal vicario generale don Carlo Carbonetti. Alle 9.45 omaggio floreale al santo patrono da parte della sindaca Valeria Mancinelli e alle 10, la solenne funzione religiosa celebrata dall’arcivescovo metropolita, mons. Angelo Spina con le autorità cittadine. Seguirà alle 18 una nuova messa partecipata da tutto il clero della Diocesi. «La festa di San Ciriaco porta con sé tutto il profumo della primavera, soprattutto in questo tempo di ripresa dopo la pandemia. Nella basilica cattedrale di Ancona sono custodite le sacre spoglie del santo. La storia ci ha tramandato che fu lui a svelare alla regina Elena, madre dell’imperatore Costantino, dove era la vera croce di Cristo. Il suo corpo donato alla città di Ancona da Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, milleseicento anni fa, è venerato da tanti fedeli che vedono in lui l’uomo della croce che prima la fa ritrovare, poi l’abbraccia convertendosi e facendosi battezzare, e poi la testimonia con il martirio» scrive nel suo messaggio ai fedeli, mons. Spina.

San Ciriaco

L’arcivescovo ricorda poi che «il cristiano non può isolarsi in un egoistico godimento dei suoi beni spirituali ed economici, disinteressandosi delle drammatiche condizioni di chi, vicino o lontano, dentro o fuori della Chiesa, è oppresso e soffre per la miseria, la malattia, l’ingiustizia, la disoccupazione o la sottoccupazione, la mancanza d’istruzione umana e religiosa. Diremo a ogni cristiano che è dovere impegnarsi, secondo le proprie possibilità, nella costruzione della città temporale, portandovi il suo valido contributo, anzi ispirandovi un’animazione cristiana, perché solo se cristianamente ispirate le realtà terrestri offriranno, con la migliore garanzia di successo, quelle condizioni di giustizia, di libertà e di fraternità che sommamente giovano alla crescita integrale della persona umana».

Il Duomo di Ancona (foto d’archivio)

Il presule attinge quindi ai ricordi di un fatto di cronaca: «Ho letto su un giornale locale del 9 aprile 2023 queste parole: “Vigilia di Pasqua da dimenticare per un somalo di 30 anni circa, che non sapendo dove andare a dormire, per trovare un po’ di riparo dalle temperature rigide di queste notti ha allestito un giaciglio di fortuna nell’androne di un condominio ad Ancona. Un residente ha raggiunto il somalo che stava dormendo avvolto in una coperta e ha iniziato a prenderlo a calci sul costato”. Nello stesso articolo si sottolineava che, successivamente, è stato incontrato da altre persone che si sono prese cura di lui portandogli qualcosa da mangiare e dandogli uno spazio per dormire. Una notizia che ci riporta alla croce di Cristo, di fronte alla quale non possiamo rimanere “laici indifferenti”, ma prendere posizione. Ne vale la nostra salvezza».

La Cripta delle Lacrime

L’invito finale del messaggio dell’arcivescivo è rivolto a chi amministrerà la città. «Sia questa città di Ancona, città di storia, di cultura, di beati, città viva, porta di Oriente, via della pace, attenta alle nuove povertà, alcune, purtroppo, di carattere strutturale. Tante famiglie- scrive mons. Angelo Spina – non hanno il minimo necessario in termini di beni e di servizi per vivere dignitosamente: cibo, casa, utenze domestiche, lavoro, sanità. La politica nasce dalla città, dalla polis, dalla passione concreta per il vivere insieme garantendo diritti e rispettando doveri. Ci sia l’impegno di tutti a promuovere una ecologia ambientale: custodiamo il nostro mare. Questa città ha una particolarità: vede sorgere il sole dal mare e tramontare sul mare. Promuoviamo ogni giorno una ecologia umana con l’apertura agli altri, facendo accoglienza, prendendoci cura gli uni degli altri. Le benemerenze che vengono conferite a tanti cittadini, che si sono spesi per una città solidale, sono il segno di una grande ricchezza umana e di futura speranza. San Ciriaco ancora una volta ci invita a guardare la croce di Cristo salvatore, da cui attingere forza e speranza per un autentico umanesimo».

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