di Antonio Bomba (Foto di Giusy Marinelli)
Bandiere italiane e dei vari partiti di centrodestra a sventolare prima, durante e dopo il comizio di Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini conclusosi poco fa a piazza Roma.
E poi cori, applausi, selfie e strette di mano per i tre massimi esponenti rispettivamente di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega che sono intervenuti a sostegno di Daniele Silvetti, candidato sindaco per il centrodestra alle comunali del 14 e 15 maggio prossimi.
Ma non sono mancate nemmeno delle contestazioni. Un gruppo di persone posizionato in via Menicucci, e dai cartelli intuibilmente a favore dell’immigrazione e delle frontiere libere, a cui la cosiddetta triade ha risposto con un «Avete paura di perdere».
«Avevo un forte mal di testa – ha esordito la presidente del Consiglio – dopo 7 ore di auto, ma il vostro entusiasmo me lo ha fatto passare. Proprio qui, su questo palco, ho inaugurato il 23 agosto scorso la mia campagna elettorale che, grazie alla vostra fiducia, mi vede adesso a capo del governo. Spero che sia di buon auspicio anche per il mio amico Daniele Silvetti. Ci conosciamo da una vita, da quando eravamo giovani – ironizza – è bravo, preparato è la miglior scelta che potessimo fare. Alla filiera manca solo un pezzetto, quindi – ha concluso – sapete bene chi votare domenica e lunedì prossimi».
Come sempre in questi casi vengono toccati anche temi nazionali e internazionali: «Serve una riforma che permetta un governo stabile e duraturo per far crescere la nostra credibilità in Europa e nel Mondo. E poi basta cambi di casacca in parlamento. Parlerò con le opposizioni anche di questo, ma questa riforma io la faccio e non mi fermerò». E dopo aver promesso cambi in altri settori importanti è passata a lodare le proprie politiche «Abbiamo il record di occupazione e di contratti stabili. Altro che precariato. Il Superbonus? È stato creato un buco di bilancio miliardario per sistemare castelli e seconde case».
Infine la premier ha concluso sostenendo che: «Bene che i centri sociali ci contestino. Significa che siamo nel giusto. E quando si governa da 30 anni – riferito alle amministrazioni di centrosinistra anconetane – allora non si esercita più governo ma solo potere».
«Anzitutto – ha esordito così il vice presidente del Consiglio e ministro degli affari Esteri Tajani – vi porto i saluti di Silvio Berlusconi». Dopo un lungo applauso dedicato al fondatore di Fi, Tajani ha proseguito incitando Silvetti «Dai Daniele, devi farcela, regalaci questo sogno. Se siamo tutti qui è perché vogliamo bene ad Ancona» per poi controbattere alle già citate contestazioni che «Fanno così perché sanno di perdere È normale. Se pensavate di vincere non lo avreste fatto».
«Abbiamo appoggiato Silvetti – spiega il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini – perché condividiamo gli stessi valori e ha nel programma l’abbattimento delle barriere architettoniche. Quartieri come – aggiunge poi – Archi, Piano e Piazza Ugo Bassi non possono essere con gli italiani in minoranza. Noi non siamo superiori a nessuno. Però, lo ripeto, è una questione di valori».
Spazio poi alle materie di sua competenza da Ministro: «Entro giugno farò partire la gara per i lavori del raddoppio della Orte-Falconara per 621milioni. Io tiro dritto e quello che devo fare lo faccio, mi pagate per questo» e, dopo aver giocato un pò con alcune signore sulla sua bellezza esclama «Mi raccomando un bel bicchiere di rosso Conero. Ma solo uno mi raccomando se dovete guidare. Perché mettete a repentaglio la vita degli altri. E la riforma del codice stradale, a cui sto lavorando, è una delle mie assolute priorità».
«Ancona sei pronta?» Ha chiesto invece Daniele Silvetti alla sua folla, sentendosi rispondere ben due volte ‘Sì’, un po’ come accade nei grandi concerti. Per poi affermare che: «Ho iniziato facendo volantinaggio davanti alle scuole e posso dire che la responsabilità della politica è assumersi le proprie responsabilità e affrontare temi. Ora io lo so – apre una parentesi – che in campagna elettorale vi è il confronto e deve essere anche schietto. Però nel rispetto dell’avversario. Ma ciò a cui stiamo assistendo nelle ultime ore esula da tutto». Per lui «La verità è che questa città deve ritrovare la propria coesione sociale e unità per vincere le sfide che l’attendono nei prossimi 20 anni. Perché non è una sfida tra destra e sinistra, ma tra buon governo e cattivo governo». E al sindaco di Pesaro: «Vuole lasciarci solo le briciole con la complicità dell’Amministrazione uscente? Noi non sappiamo cosa farcene. Non staremo sotto il suo tacco e torneremo capoluogo di Regione».
«Probabilmente siamo i più piccoli tra i partiti – spiega Antonio Del Poli dell’Udc – ma proprio per questo sappiamo come stare in mezzo alla gente e sappiamo ascoltare il prossimo e gli ultimi. E con Silvetti sindaco di Ancona queste persone non saranno più lasciate sole».
«L’appoggio del governo Meloni – ha invece ribadito il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli – è stato indispensabile per il rilancio del territorio. La differenza rispetto al passato si è vista in questi primi 6 mesi. Ciò che è stato fatto per le zone terremotate e alluvionate è ben evidente a tutti. E, ne sono sicuro, sarà così anche ad Ancona grazie alla filiera, quando eleggerete Daniele Silvetti a sindaco. Dovrà fare un risultato straordinario – aggiunge – ma sono certo che così sarà».
La manifestazione è stata presentata da Pino Insegno e ha visto il tenore dorico David Mazzoni cantare l’inno italiano prima che parlasse Acquaroli.
Al termine sono saliti sul palco gli altri candidati a sindaco del centrodestra dei vari comuni marchigiani in cui si andrà al voto. Presenti la gran parte dei candidati del centrodestra, onorevoli marchigiani, assessori regionali e dei vari comuni della nostra Regione.
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